Dal 15 maggio 2017 gli studenti dell’Università Statale di Milano protestano contro il numero chiuso per le facoltà umanistiche.
La decisione è stata presa dal Rettore del Comitato della facoltà e, gli studenti e i professori, per protesta, hanno svolto alcune lezioni, proprio il lunedì 15 maggio in Piazza Fontana. Il significato di questo gesto è ricordare che l’università deve essere accessibile a tutti.
Chi vuole il numero chiuso parla di una scelta di qualità e di equità, sostenendo che la maggior parte dei corsi è già il numero chiuso e che filosofia e storia valgono quanto matematica e fisica. Stesso il rettore Vago ha detto questa durante un’intervista al Corriere della Sera. Il Rettore ritiene di fare il bene del dipartimento, diminuendo il numero di iscritti e facendo una selezione per chi veramente è meritevole e pronto ad affrontare questo percorso, migliora la qualità del servizio.
I dipartimenti interessati sono il dipartimento di Lettere, Storia, Filosofia e Beni culturali e Ambientali, che si sono da subito dichiarati contrari a questa proposta.
Il martedì 16, durante la riunione collegiale con il Senato accademico per discutere su questa possibile modifica, gli studenti sono intervenuti con un blitz e hanno bloccato tutto. I consigli saranno riconvocati per prendere la decisione finale.
Gli studenti, attaccando questa teoria del numero chiuso e della privatizzazione, attaccano anche l’amministrazione istituzionale e universitaria. Il motivo che loro credono sia responsabile è che la città vuole investire maggiormente nei dipartimenti scientifici i fondi pubblici.
Queste notizie son state riportate dai vari giornali locali e dal TG online di Milano all news. È impotante diffonere la notizia in tutta Italia, per evitare che possa diffondersi in tutta la nazione questa idea di privatizzazione.