La laurea non serve per trovare lavoro in Italia, mentre in Europa sì

La laurea non aiuta nel trovare lavoro in Italia, secondo il rapporto Ocse "Education at glance" presentato in Gennaio a Londra. Nel Belpaese essere laureati non garantisce l'ottenimento di un impiego. L'università è distaccata dal mondo del lavoro

La laurea non serve per trovare lavoro in Italia, mentre in Europa sì

La laurea non serve a garantire un lavoro in Italia mentre invece in Europa sì, questo secondo quanto riporta il rapporto Ocse “Education at glance” presentato il 19 Gennaio a Londra.

Nel Belpaese avere una laurea non garantisce di trovare lavoro: il 16% dei ragazzi che scelgono di iscriversi all’Università dopo il diploma delle Scuole superiori, arrivando fino al conseguimento della Laurea, non trovano lavoro e rimangono disoccupati. Questo si discosta molto dalla media europea che si assesta invece sul 5,3%.

L’Università continua a rimanere lontana dal mondo del Lavoro. Per quanto riguarda la situazione in altri paesi, un alto tasso di disoccupazione tra i giovani adulti (25-34 anni) con istruzione post secondaria si riscontra anche in Paesi come la Grecia (33,1%), la Spagna (20,8%), Portogallo (18,4%), la Turchia (11,1%) e la Slovenia (10,8%).

Insieme a Grecia, Turchia e Spagna raggiungiamo un altro triste record: quello del numero dei “Neet”. Il termine “Neet” (letteralmente: Not in education, employment or training) è usato in economia e sociologia per descrivere persone che non sono impegnate nel seguire un’istruzione o un corso di formazione, non hanno un impiego né lo cercano, e non sono impegnati in altre attività di ricerca di lavoro, tirocini, stage o lavori domestici.

Questo fenomeno riguarda la fascia d’età compresa tra i 16 e i 35 anni, secondo i dati Istat in Italia, nel 2009, i Neet nella fascia d’età tra i 15 e i 29 anni erano circa 2 milioni. Secondo dati del 2012, il paese al primo posto per numero di Neet è il Messico, seguito tristemente dall’Italia. Nella maggior parte degli stati questa condizione è comune sia negli uomini che nelle donne.

Un’altra caratteristica nota dalle ricerche Ocse è che in Italia gli studenti non lavorano nel periodo in cui frequentano l’Università, invece in altri paesi è considerato normale fare entrambe le cose allo stesso tempo. Riguardo gli ambiti della valutazione, del merito e  dell’assunzione e reclutamento dei docenti l’Ocse ha reso un quadro desolante. Il Belpaese risulta infatti tra gli ultimi del gruppo di 34 paesi per quanto riguarda l’autonomia.

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