Il papà si scaglia contro i compiti per le vacanze: la sua lettera è subito virale

Ha fatto scalpore la lettera di un padre indirizzata alla scuola frequentata dal figlio, per giustificare quest'ultimo dopo il mancato svolgimento dei compiti per le vacanze. Il post è diventato subito virale.

Il papà si scaglia contro i compiti per le vacanze: la sua lettera è subito virale

I compiti per le vacanze sono il terrore degli studenti di tutto il mondo: rappresentano infatti, per un ragazzo, la continua presenza della scuola nella sua vita anche durante i canonici tre mesi che dovrebbero essere goduti finalmente lontano dagli impegni della routine quotidiana, e dalle relative pressioni dello studio.

Numerosi insegnanti e pedagogisti però hanno iniziato da tempo la loro crociata contro questa istituzione, spiegando come continuare a tartassare uno studente anche nel periodo che sarebbe legittimamente da dedicarsi al “recupero” della freschezza, fisica e soprattutto mentale, possa produrre risultati altamente negativi.

Una tesi presto supportata da numerosi genitori, tra i quali figura Marino Peiretti, diventato famoso sul web a causa di una lettera inviata alla scuola frequentata dal figlio 13enne, all’interno della quale ha giustificato quest’ultimo spiegando perché non avesse svolto i compiti per le vacanze.

Ecco la lettera completa del sig. Marino Peiretti

Ecco la lettera completa del sig. Marino Peiretti

Le sue parole sono state poi riportate sui social network, diventando in poco tempo virali. Perché il figlio di Marino non ha mancato di svolgere gli esercizi per dimenticanza o per pigrizia, bensì per preciso dettame da parte dei genitori. La mamma ed il papà del ragazzo, residenti a Varese, hanno infatti ritenuto che “staccare” dallo studio durante l’estate fosse per lui la soluzione migliore.

Non è stata una scelta distratta o superficiale – si è infatti affrettato a spiegare Marino Peirettiin questo modo Mattia arriva all’inizio del nuovo anno più fresco e riposato“. I due genitori non hanno però agito solamente di loro iniziativa, poiché prima di esentare il figlio dal dover fare i compiti per le vacanze, hanno ascoltato il parere di numerosi psicologi ed insegnanti, i quali hanno supportato la loro decisione.

L’ho preso da parte e gli ho detto che, visti gli esami di terza media, deve darsi da fare, comportarsi bene e fare del suo meglio. Se poi gli esami non andassero bene, capita. L’importante è che lui prenda la scuola seriamente e con impegno” ha spiegato infine il padre di Mattia, rivolgendosi in ultima agli insegnanti con una provocazione che ha fatto riflettere: “Voi avete nove mesi per insegnargli nozioni e cultura, io tre mesi per insegnargli a vivere“.

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