Gli studenti in piazza per protestare contro il Decreto Scuola

Mobilitazione studentesca in 80 città italiane per protestare contro il Decreto Scuola e contro il “degrado” della scuola pubblica italiana

Gli studenti in piazza per protestare contro il Decreto Scuola

Alle 9 di questa mattina gli studenti di tutta Italia sono scesi in piazza in circa 80 città italiane (a Roma in piazza della Repubblica e a Milano in piazza Cairoli) per protestare contro Decreto Scuola, colpevole di non mettere un freno al degrado e all’ abbandono della scuola e dell’istruzione pubblica.

Le associazioni studentesche Unione degli Studenti, Rete della Conoscenza e Link Coordinamento universitario, che hanno sostenuto la mobilitazione di oggi ed espresso solidarietà e partecipazione per la manifestazione in favore della Costituzione indetta per domani, ricordano le ragioni della protesta: “Da anni ormai sappiamo che il sistema scolastico italiano è negli ultimi posti di ogni statistica Osce, sempre più definanziato e provato da 10 anni di politiche di austerità”, sottolinea Roberto Campanelli, Coordinatore Nazionale dell’Unione degli Studenti. “Non c’è più tempo da perdere con le politiche di austerità. Da parte dell’attuale governo non c’è stata nessuna reale inversione di tendenza. Mentre alla scuola pubblica e al welfare vengono destinate poche briciole si sceglie di continuare a sprecare risorse per le spese militari, le politiche di respingimento dell’immigrazione, la tutela di speculatori e dei grandi patrimoni”. Priorità a far fronte alle “vere emergenze sociali”, con “il rifinanziamento totale dell’istruzione pubblica e del diritto allo studio, lottando per un cambio di rotta radicale rispetto all’attuale modello di sviluppo”. Al centro della polemica è il “Decreto Ministeriale sulla programmazione universitaria 2013-2015” approvato lo scorso 9 settembre dal Consiglio dei ministri e adesso in Parlamento per la conversione in legge che, Daniele Lanni, portavoce nazionale della Rete degli studenti medi, definisce “assolutamente insufficiente”.

 

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