"Buona scuola", approvati otto decreti legislativi su nove

Il Consiglio dei ministri ha approvato, in via preliminare, 8 decreti legislativi. Il decreto vuole garantire un'istruzione completa a tutti, con attenzione ai più deboli. Novità per quanto riguarda prove invalsi ed esami.

"Buona scuola", approvati otto decreti legislativi su nove

Il Consiglio dei ministri aveva un anno e mezzo di tempo per decidere la riforma del sistema di istruzione italiano. A pochi giorni dalla scadenza ha approvato, in via preliminare, 8 decreti legislativi.

Rimane fuori la delega che richiede una revisione generale del Testo Unico sulla scuola. Un comunicato stampa di Palazzo Chigi descrive i contenuti dei decreti approvati.

Il decreto descrive come si articola il percorso unitario di accesso e di formazione ai ruoli a tempo indeterminato per il personale docente inserito nella scuola secondaria; parla, inoltre, dell’insegnamento tecnico-pratico, chiamato “Sistema di formazione iniziale e di accesso”. Fa un elenco dei criteri e delle metodologie da adottare per realizzare un percorso unitario fra la formazione e l’accesso ai ruoli. Prevede una cadenza regolare del bando di concorso in base al numero di posti calcolati vacanti e disponibili al termine di ogni triennio corrispondente a ciascun percorso formativo.

Il decreto rivisita i provvedimenti che parlano dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, integrandoli con le nuove prospettive nazionali ed internazionali. Il testo chiarisce chi sono i “minori disabili” che andranno a trarre beneficio dalle misure di inclusione scolastica. Viene fissato il numero massimo di studenti a ventidue per classe là dove sono presenti alunni con disabilità certificate, sia nelle sezioni della scuola d’infanzia, sia nelle altre classi.

Il decreto, con un moderno concetto di occupabilità, rafforza l‘identità dell’istruzione professionale, che prevede uno studio aperto alle varie attività economiche, e non più a singoli mestieri come avveniva nei corsi d’istruzione e di formazione professionali specifici. E’ riconosciuta alle scuole, se la regione lo prevede, l’opportunità di ampliare l’offerta formativa proponendo percorsi di qualifica professionale. Saranno potenziati gli indirizzi d’istruzione professionale in piani quinquennali. Nel territorio nazionale sarà istituito un sistema unitario e articolato di “Scuole professionali”.

Il decreto, visto anche l’orientamento europeo, propone un servizio educativo e di istruzione per i bambini da zero a sei anni d’età.
Il provvedimento ribadisce il diritto allo studio, statale e paritario, per tutti gli studenti del territorio nazionale fino al completamento del percorso formativo di ciascuno.

Il Ministero dell’Istruzione e tutti gli istituti scolastici devono concorrere nella realizzare di un sistema coordinato di progettazione e di promozione della conoscenza e della pratica delle arti.

Il decreto rivisita gli ordinamenti in modo da rispondere in maniera adeguata alla realtà socio-economica dei Paesi esteri in cui l’Italia è presente, rafforzando la promozione della cultura italiana all’estero.

Il decreto, in un unico testo, riordina e coordina le disposizioni attuali circa ammissioni, esami, commissioni d’esame.
In particolare:

  • gli alunni che nel primo ciclo hanno raggiunto parzialmente o sono in via di prima acquisizione dei livelli di apprendimento prefissati sono ammessi, comunque, alla classe successiva;
  • vengono diminuite le prove scritte e semplificati i modi di valutazione all’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione. Ogni dirigente scolastico decide la presidenza della commissione d’esame;
  • saranno solo due le prove scritte all’esame di Stato che conclude il secondo ciclo di istruzione, verrà eliminata la prova multidisciplinare;
  • le prove invalsi verranno effettuate solo per verificare l’ammissione all’esame. Oltre alla prova d’italiano e di matematica si aggiungerà una prova per la lingua inglese;
  • alla conclusione della terza classe di scuola secondaria di primo grado verrà consegnato un modello di attestazione delle competenze trasversali e delle competenze chiave di cittadinanza;
  • verrà istituito un apposito albo regionale dei Presidenti, formato da dirigenti scolastici e docenti della scuola secondaria di secondo grado aventi i requisiti definiti a livello nazionale, per la formazione rivolta ai futuri Presidenti per le commissione d’esame.
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