L’obsolescenza programmata colpisce ancora, questa volta oltreoceano

Un importante studio tipografico di Seattle solleva un problema che in Europa abbiamo imparato a conoscere bene negli ultimi mesi: quello dell'obsolescenza programmata che danneggerebbe ambiente e privati a favore di un forte ricambio dell'hardware prodotto.

L’obsolescenza programmata colpisce ancora, questa volta oltreoceano

L’obsolescenza programmata è una consuetudine delle maggiori aziende impegnate nella produzione di tecnologia per casa ed ufficio e consiste nel programmare, ad un certo punto, la fine del ciclo di vita di un loro dato prodotto: anche se non si è… rotto.

Capita così che una lavastoviglie, ben tenuta e regolarmente revisionata, smetta di funzionare dopo 3 o 4 anni anche se, tecnicamente parlando, sarebbe in grado di durare almeno il doppio (un po’ come quelle di una volta). In Estate la Francia ha deciso di tutelare i suoi utenti rendendo reato grave questa prassi produttiva ma, altrove, in giro per il mondo, essa continua ad essere messa in atto. Con nostra buona pace.

A segnalarlo è stato, nei giorni scorsi, una tipografia di Seattle, la Bellevue Fine Art, la quale aveva in sede una stampante professionale Epson 9900 (costo 5000 euro) che adopera costantemente 11 cartucce da 700 ml ciascuna (presso cadauna, 100 euro).

Cos’è accaduto a quest’azienda? In sostanza, dopo un breve utilizzo delle nuove cartucce, la stampante ha preso a segnalare che si erano esaurite e, quindi, ha smesso di funzionare. I tecnici della tipografia, stupiti, hanno deciso di controllare le cartucce – originali – e hanno verificato che le cartucce XXL da 700 ml avevano ancora 100/150 ml di inchiostro, mentre quelle da 350 ml ne avevano 60/80 ml restanti ancora utilizzabili. Considerato il tutto, circa il 15-20% di inchiostro ancora sfruttabile ai fini della stampa veniva buttato con spreco di danaro privato e con inquinamento dell’ambiente pubblico (tale inchiostro, ricordiamolo, è tossico e non biodegradabile).

Contattata a riguardo, la Epson non ha fornito alcuna risposta tecnica. Non si è neppure premurata di precisare che, a volte, le stampanti si bloccano quando la cartuccia va sotto il 15-20% della sua carica perché il rimasuglio di inchiostro in questione può essiccarsi sulle testine di stampa, compromettendole. L’unica risorsa rimasta, a quelli della Bellevue Fine Art, è stata di pubblicare un video che dimostrasse le proprie tesi, nella speranza di far uscire allo scoperto la Epson.

L’inquinamento, in ogni sua forma va assolutamente monitorato per evitare che i morti in giro per il mondo aumentino. Ogni anno, infatti, l’Oms rende noti numeri sconcertanti, come quelli del 2013.

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