Inventata giacca per donazioni contactless, a vantaggio dei clochard

Con la diffusione dei moderni sistemi di pagamento, capita di muoversi senza contante in tasca. Un creativo olandese ha inventato, per questo motivo, una giacca hi-tech per i senzatetto, che permette loro di incassare donazioni sfruttabili in vari modi.

Inventata giacca per donazioni contactless, a vantaggio dei clochard

Col passare del tempo, le persone fanno sempre più ricorso – per pagare i propri acquisti – alle carte di credito, o a quelle bancomat: in conseguenza di ciò, capita spesso di non ritrovarsi in tasca neanche un obolo. Come riuscire, dunque, a fare l’elemosina qualora si incontri, per strada, una persona bisognosa? A tale scopo, e per risolvere un’evenienza del genere, un designer olandese ha inventato la giacca per il clochard 2.0.

Quello che Jan Jesse Bakker, creative designer con base ad Amsterdam, deve aver pensato è molto semplice: con l’evoluzione delle moderne tecnologie, nella migliore delle ipotesi, ci si porta in tasca la carta di credito, o quella bancomat. Altre volte, però, può persino capitare che si abbia con sé il solo smartphone, abilitato ai pagamenti grazie al chip NFC, ed a qualche sistema idoneo (Android Pay, Samsung Pay, etc). Spiccioli? Zero. Un vero problema, questo, per chi volesse coltivare la pratica umanitaria del fare beneficenza agli sfortunati che popolano, sempre più spesso, gli angoli delle grandi e piccole città: oltretutto, anche avendo qualche obolo da parte, spiega Jan, chi potrebbe mai dire che non finisca investito – dal clochard – in macchinette mangiasoldi, droga, o alcool?

Ed allora, ecco il lampo di genio. Inventare una giacca hi-tech per il barbone davvero bisognoso. La giacca in questione, innanzitutto, è decisamente adatta all’utenza cui è destinata, visto che è realizzata con materiali pesanti e caldi, ha un cappuccio, ed il logo identificativo con la scritta “Helping Heart” (cuore che aiuta). Solo che, come già accennato, è tecnologica: ha piccolo monitor LCD (opzionale) che spiega – anche ai meno avvezzi – come fare una donazione al clochard appena incontrato. Nella fattispecie, basterà avvicinare la carta di credito alla giacca, munita di un terminale per i pagamenti a sfioramento (o contactless), perché parta la donazione.

Sì, ma dove arriva, poi questa donazione, posto che – difficilmente – un senzatetto avrà un conto corrente, e men che mai un home banking? È presto detto: ciò che si è deciso di donare finirà sull’account su un’associazione che si occupa di aiutare i bisognosi e – nello specifico – si tramuterà in credito a disposizione del clochard oggetto della donazione.

Questi, recandosi all’ente di assistenza (a cui, crediamo, spetti il compito di distribuire queste giacche), potrà sfruttare il credito, a lui attribuito, per acquistare del cibo, acquisire prestazioni (come un bagno caldo, o un periodo di formazione), e – persino – prenotare un alloggio (in Olanda, alcune associazioni chiedono 5 euro a notte), magari per quando fa particolarmente freddo. Nei casi più fortunati, coltivando l’abitudine di risparmiare, il clochard potrà sfruttare questo sistema anche per comprar casa

Insomma, per usare le parole di Jan, il cui progetto sembra tutt’altro che balordo, è stato creato un sistema che offre, al senzatetto, più di un pasto caldo, ovvero, che gli restituisce una prospettiva. La giacca per il clochard 2.0 è già in funzione, in Olanda, e si spera che abbia buona sorte, finendo col diffondersi anche altrove e – perché no – anche in Italia. 

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