Amazon brevetta la consegna delle merci paracadutate dai droni

Questo lo scenario - all'insegna del "piovono pacchi" - emerso da un brevetto depositato da Amazon nell'ufficio USA per la tutela della proprietĂ  intellettuale: i droni, posizionati sull'obiettivo, sgancerebbero il pacco assicurato a un mini-paracadute.

Amazon brevetta la consegna delle merci paracadutate dai droni

Jeff Bezos, il vulcanico fondatore e CEO di Amazon, non ha mai nascosto il suo desiderio di esplorare nuove modalità di consegna delle sue merci: sempre all’insegna dell’istantaneità del delivery, da tempo sta inseguendo la strada dei droni, inaugurando anche un servizio ad hoc, “Prime Air“, che presto potrebbe prevedere la consegna via “paracadute”.

L’uso dei droni da consegna, in capo ad Amazon, è una strada ormai sottoposta ad un lungo periodo di test che, nel Dicembre scorso, ha toccato una tappa importante: in Inghilterra, ove le norme sul volo non solo così rigide come quella varate negli USA dalla FAA, il 7 Dicembre scorso, un drone ha effettuato la sua prima consegna. Il pacco conteneva dei libri e, secondo un tweet di Bezos, la consegna al cliente è avvenuta in 13 minuti dall’ordinativo. Mica male.

Nel frattempo, si sta pensando a come ampliare il campo d’azione dei droni che, diversamente, potrebbero agire solo in prossimità dei magazzini: una soluzione, ipotizzata nel recente passato, guarda all’impiego di magazzini volanti, dai quali si librerebbero i droni per le varie “missioni” di consegna. 

Il problema, però, resta sempre lo stesso. Più che il volo dei droni, la consegna del pacco al cliente finale. Una questione sulla quale, in quel di Seattle, sede di Amazon, stanno ragionando in modo più che concreto: a dimostrazione di ciò, la CNN ha notiziato di aver scovato, presso il locale ufficio per la tutela della proprietà intellettuale e dei marchi, il deposito di un recente brevetto amazoniano per il delivery, sempre da drone, ma via “paracadute”.

Nella documentazione allegata alla domanda presentata, grazie anche a dei disegni illustrativi piuttosto chiari, si evince il funzionamento della nuova impostazione di Prime Air: il drone, infatti, dovrebbe, comunque, posizionarsi col “carico” sopra l’obiettivo, la casa del cliente, e – al momento opportuno – sganciare il contenitore all’interno del quale sarebbe collocata la merce.

Quest’ultimo, assicurato a un mini-paracadute, atterrerebbe direttamente nel punto indicato come destinazione, consentendo al drone di risparmiare l’energia ed il tempo sprecati per la fase di atterraggio/decollo: oltretutto, sarebbe anche più sicuro, posto che un drone in atterraggio potrebbe impattare su oggetti, persone, animali, o semplicemente schiantarsi al suolo. Certo, vi è sempre il pericolo che una folata di vento possa deviare la traiettoria del pacco, ma Amazon sembra aver pensato anche a questo.

Il drone, in effetti, resterebbe in loco sino alla consegna corretta del pacco, vigilando sulla sua discesa, e intervenendo – in caso di bisogno – trasmettendo al contenitore i comandi per giostrare il paracadute, attivare dei flap, o azionare dei mini-propulsori ad aria compressa. 

Fantascienza o prossima realtà delle consegne merceologiche? Intanto, quel che è sicuro è che Amazon deve far presto perché anche Google è interessato alle consegne via drone, e potrebbe concretizzarle – col “Project Wing” – già entro il 2017.

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