Watson, il superPC IBM, si scopre dottore e salva la vita a una donna

Dal lontano Giappone giunge notizia che il supercomputer della IBM, Watson, dopo aver ottenuto diverse implementazioni e successi, è riuscito anche a curare una donna da un oscuro male che la stava privando della vita.

Watson, il superPC IBM, si scopre dottore e salva la vita a una donna

Watson è un supercomputer, realizzato nei laboratori della IBM, da diverso tempo al centro della cronaca: nel 2013 ha imparato a comprendere il linguaggio umano, nel 2014 ha iniziato a discutere le “sue” opinioni” e, di recente, ha vinto anche una partita a Jeopardy, noto quiz a premi. Ecco, d’ora in poi, in ossequio al suo omologo letterario, Watson è anche un dottore perché ha guarito una donna da un male molto raro.

L’episodio di cui parliamo è accaduto nei mesi scorsi in Giappone ove, ad una donna di 66 anni, Ayaco Yamashita, era stata diagnosticata una leucemia mieloide acuta: nonostante la diagnosi fosse stata emessa dai competenti medici dell’Università di Tokyo, la terapia scelta non aveva sortito alcun effetto.

Da lì, l’idea di rivolgersi a Watson, il supercomputer che la IBM sta addestrando a scopo medico in alcuni centri oncologici statunitensi: nel caso in questione, Watson ha confrontato la situazione genetica in corso della signora Yamashita con un database di 20 milioni di casi clinici ed ha emesso la corretta diagnosi in circa 10 minuti: leucemia rara sì, ma di un altro tipo. Anche la terapia è stata scelta da questo cervello elettronico e si è dimostrata subito efficace: tanto che la paziente, dimessa dall’ospedale in quel di Settembre, ancora oggi continua a migliorare.

In seguito, raccontano i medici dell’Università di Tokyo, Watson ha scoperto anche in un altro paziente una forma di leucemia molto rara. 

Satoru Miyano, medico che ha partecipato a quest’importante progetto, ha spiegato che Watson ben si sposa col contesto medico dove una diagnosi veloce può fare la differenza tra la cura o meno del paziente, e tra la sua guarigione più o meno celere. Anzi, di più: secondo il professore, quest’episodio secondo il quale il supercomputer Watson ha eseguito una diagnosi corretta in 10 minuti, dimostra che l’intelligenza artificiale, benché ancora suscettibile di miglioramenti, “ha tutto il potenziale per poter cambiare il mondo“.

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