Ungheria, approvato il muro anti immigrati: via alla costruzione

L'Ungheria ha approvato il cosiddetto "muro anti immigrati": sarà alto 4 metri, e dovrà impedire il transito di clandestini dalla Serbia. Si tratta del simbolo del fallimento delle politiche UE sull'immigrazione

Ungheria, approvato il muro anti immigrati: via alla costruzione

L’Ungheria fa sul serio: il famigerato muro anti immgrati verrà realizzato. Ne avevamo parlato già lo scorso Giugno, quando il Premier magiaro Peter Szijjarto aveva annunciato la proposta di realizzare una recinzione che potesse impedire ai clandestini provenienti dalla Serbia di attraversare i confini nazionali. Ma chi sono questi migranti, e per quale ragione l’Ungheria intende tenerli al di fuori del proprio territorio?

Gli immigrati in questione sono persone provenienti dalle realtà più disastrate del Medio Oriente, prevalentemente da Pakistan ed Afghanistan; rifugiati lasciati senza casa e senza lavoro dalla guerra, perseguitati in patria dalle milizie dei regimi dittatoriali, che guardano all’Europa come l’unica occasione di salvezza. L’UE ha interamente delegato la responsabilità della gestione dei rifugiati ai Paesi interessati dalla cosiddetta “rotta dei Balcani”: vale a dire Grecia, Turchia, Bulgaria, Serbia e Macedonia (ma in maniera minore è interessata anche l’Austria).

Il risultato è stato disastroso, ed ha comportato l’inizio di una vera e propria tratta di clandestini, non dissimile da quella libica che sta facendo discutere tutto il mondo. Le prime pagine dei quotidiani italiani sono infatti intasate di notizie relative agli immigrati africani che si raccolgono lungo le coste della Libia, solo per essere schiavizzati dagli scafisti. Ma la “rotta dei Balcani”, benché sia senz’altro meno famosa, non è affatto meno tragica.

Amnesty International denuncia oramai da tempo i soprusi sui rifugiati, operati dalle autorità di frontiera e dai criminali che monopolizzano il “mercato dei clandestini”, in maniera analoga agli scafisti libici. Al loro arrivo sulle sponde della Grecia, la situazione dei migranti appare subito drammatica: le procedure di asilo sono estremamente lunghe, e l’esito è incerto. Per questo, preferiscono trattenersi solo per il tempo necessario a proseguire verso l’entroterra del continente europeo.

Passando di fatto dalla padella alla brace. Perché lungo i confini serbi e macedoni, gli immigrati vengono sovente trattenuti in maniera illegale, picchiati dalla polizia e volutamente ridotti alla fame dalle autorità, affinché possano offrire un maggiore “effetto-shock” qualora venissero chiamati a testimoniare durante i processi contro i trafficanti di esseri umani.

E per quel che riguarda le richieste di asilo? In tutto il 2014, tra gli immigrati che hanno varcato il confine con la Macedonia, solo 10 sono riusciti ad ottenere lo status di rifugiati. Gli altri sono stati alla meglio respinti; alla peggio, detenuti illegalmente in centri come il famigerato Gazi Baba, il Centro di accoglienza per stranieri del Paese, dove vengono costretti a rimanere per mesi in condizioni disumane.

Guardando alla Serbia, i numeri sono ancora più impietosi: tra Gennaio e Dicembre 2014, ad una sola persona è stato riconosciuto lo status di rifugiato.

Tornando al “muro” al quale ha inneggiato Szijjarto a gran voce, già a Marzo del 2015 si era cominciato a parlare di una barriera che potesse tenere i migranti fuori dai confini ungheresi. Ed ora è arrivata infine l’autorizzazione del governo alla sua erezione: sarà una recinzione alta 4 metri e lunga circa 175 chilometri, rinforzata con filo spinato. Il Parlamento dell’Ungheria ha inoltre approvato la legge sull’espulsione degli immigrati (che saranno così rispediti in Serbia), che parallelamente ridurrà ulteriormente le possibilità di ottenere il diritto d’asilo nel Paese.

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