Le testimonianze shock delle 21 studentesse liberate dai terroristi: ecco chi sono

Sono finalmente tornate a casa le 21 studentesse rapite a Chibok dai terroristi del gruppo Boko Haram: "Liberate dall'esercito, ci hanno lasciato per più di un mese senza mangiare".

Le testimonianze shock delle 21 studentesse liberate dai terroristi: ecco chi sono

I terroristi le avevano rapite due anni fa durante un’incursione terribile, e da allora la loro vita cambiò per sempre, venendo segnata per sempre dalla prigionia e dagli orrori più indicibili. Ma ora, finalmente, sono tornate a casa. Stiamo parlando di 21 delle studentesse sequestrate dai fondamentalisti islamici del gruppo Boko Haram nell’aprile del 2014 nel corso di una sanguinosa incursione a Chibok, in Nigeria.

Le ragazze sono state liberate la scorsa settimana secondo quanto riferito dalla BBC, dopo estenuanti negoziati ed in un contesto di guerriglia che sarebbe potuto persino costare loro la vita. Le bombe sono infatti cadute molto vicine rispetto al loro luogo di detenzione, ma la prospettiva di uscire finalmente da quella spirale di soprusi e torture valeva per loro qualsiasi prezzo.

Ringraziamo Dio di essere insieme oggi, ero nella foresta quando un aereo ha lanciato una bomba vicino a me. Ma fortunatamente non sono rimasta ferita” ha raccontato una di loro al ritorno ad Abuja, la capitale nigeriana che ha potuto riabbracciare le sue 21 figlie dopo due anni in mano ai terroristi islamici.

Il ritorno delle studentesse è stato celebrato con una funzione religiosa, e tutto il Paese ha accolto la notizia con un sospiro di sollievo. Dimenticare quei due anni sarà però impossibile per quelle ragazze, visibilmente provate dalle sofferenze patite e da condizioni di estrema inedia la momento della loro liberazione.

Non abbiamo ricevuto cibo per un mese e dieci giorni” ha raccontato Gloria Dame, una delle ragazze, costrette a convertirsi coattamente all’Islam dai propri carcerieri dopo la cattura. La cerimonia religiosa è stata poi interrotta improvvisamente quando sono comparsi i genitori delle ragazze catturate dai terroristi, accorsi subito dopo la notizia che le loro figlie erano state finalmente liberate.

A margine dei festeggiamenti, un funzionario governativo ha rivelato alla stampa che sono tuttora in corso ulteriori negoziazioni per riuscire a liberare altre giovani ragazze tenute prigioniere dagli estremisti di Boko Haram: stando ai dati ufficiali infatti, delle 276 studentesse rapite in quel terribile aprile, 197 figurano ancora disperse o nelle mani dei loro carcerieri.

Rimangono tuttavia ancora vivide le testimonianze offerte dalle ragazze al loro ritorno, sebbene le condizioni di liberazione non siano state rese note dal Governo locale. “E’ necessario che la Comunità Internazionale continui a supportarci nel nostro sforzo di liberare le altre giovani rapite, cosicché i loro genitori, la comunità di Chibok, la nazione ed il mondo intero possano finalmente porre fine a quest’incubo una volta per tutte” è stato comunicato in una nota degli attivisti della campagna #Chibokgirls.

Durante i 20 mesi di prigionia le ragazze, tutte tra i 16 ed i 18 anni ed in maggioranza cristiane, furono costrette a subire matrimoni combinati e la conversione forzata, diventando così le schiave dei terroristi. I nomi delle giovani liberate sono stati resi noti solamente con gli ultimi aggiornamenti: si tratta di Mary Usman Bulama, Rebecca Mallam, Jimmai John, Pindah Nuhu, Lugwa Sanda, Saratu Markus, Comfort Habila, Agnes Gapani, Maryam Basheer, Deborah Andrawus, Comfort Amos, Asabe Goni, Glory Mainta, Recebba Ibrahim, Deborah Ja’afaru, Saratu Emmanuel, Helen Musa, Maryamu Lawan e la stessa Glory Dama, che ha parlato apertamente delle condizioni di quella terribile prigionia, e di come una bomba l’abbia quasi uccisa durante le operazioni di liberazione.

Continua a leggere su Fidelity News