Strage di Monaco, la storia di Huseyin: si sacrificò per salvare la sorella dal killer

Huseyin Dayicik è stato uno dei nove nomi senza volto infilati senza troppo riguardo all'interno delle cronache impazzite di questi giorni, troppo veloci per potersi interessare del singolo. Ecco la triste e coraggiosa uscita di scena di uno dei nove martiri della strage di Monaco.

Strage di Monaco, la storia di Huseyin: si sacrificò per salvare la sorella dal killer

La strage di Monaco è stato uno degli episodi più sanguinosi che abbiano interessato l’Europa negli ultimi tempi: nove morti, dei quali una sola persona al di sopra dei 21 anni di età, e ventisette feriti. Un’ecatombe di giovanissimi senza senso né criterio, figlia unicamente di un’insensata follia omicida. Ma negli ultimi giorni è emerso un retroscena toccante, che riguarda uno di quei nove nomi ai quali molti oggi non sono in grado di associare un volto.

Stiamo parlando di Huseyin Dayicik, 19 anni, una delle nove vittime cadute sotto i colpi scellerati dello stragista Ali Somboly. La storia di Huseyin, tedesco di origini greche, sta venendo largamente diffusa in patria in queste ore, ed il motivo – al di là della sua facile commerciabilità mediatica – risiede nel coraggio dimostrato dal giovane negli attimi precedenti la sua morte.

Perché al contrario degli altri presenti alla strage di Monaco, il 19enne non è scappato di fronte al suo killer. Non per un improvviso attacco di demenza o per un delirante atto di coraggio fine a sé stesso, ma per una ragione molto più nobile. Huseyin aveva qualcuno da proteggere, in quel centro commerciale: sua sorella, presente insieme a lui al momento dell’inizio della sparatoria.

I due fratelli si erano infatti recati all’Olympia per comprare alcuni regali da destinare ai loro familiari, quando l’inferno è iniziato: Ali Somboly si è presentato di fronte a loro, e le sue intenzioni non potevano essere più palesi. Così Huseyin ha preso l’iniziativa, ed in un momento di istintiva lucidità, ha preso la decisione di spingere la sorella lontano dalla traiettoria di tiro del terrorista anziché scappare e tentare di nascondersi.

Così facendo, il 19enne è rimasto davanti al suo assassino, venendo raggiunto da due pallottole che gli sono poi risultate fatali. Forse sarebbe morto comunque, forse no: quello che si dice dei “se” e dei “ma” è ben noto. La realtà dei fatti è invece che Huseyin Dayicik, con le sue azioni, è riuscito a salvare sua sorella, sottraendola alla furia omicida dell’assassino pochi attimi prima dell’inizio della sparatoria.

Oggi in Germania Huseyin viene celebrato come un eroe, e la sua storia è stata raccontata – con tutti gli approfondimenti del caso – da molte testate locali e nazionali. Forse per riuscire ad ottenere qualche click in più, o forse perché effettivamente, dinanzi ad atti sempre più frequenti di tale cieca efferatezza, Huseyin Dayicik incarna quell'”eroe ordinario” del quale non solo la Germania stessa, ma tutta l’Europa – ed in qualche modo il mondo intero – sentono disperatamente il bisogno.

Perché grazie a lui, la strage di Monaco conta nove vittime e non dieci; perché grazie a lui, Ali Somboly ha vinto un po’ meno. Ed una ragazza di 19 anni oggi può continuare a vivere.

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