Scoperti in Messico batteri isolati da 50.000 anni

Nella grotta della miniera di Naica sono stati individuati batteri isolati dalla superficie da circa 50.000 anni. La grotta è conosciuta come ''Grotta dell'inferno'' per le condizioni ambientali proibitive al suo interno.

Scoperti in Messico batteri isolati da 50.000 anni

La grotta della miniera di Naica, in Messico, è uno dei posti più affascinanti e al contempo proibitivi del nostro pianeta. Si trova a circa 800 metri di profondità ed è soprannominata ”Grotta dell’inferno” proprio a causa delle condizioni infernali che si registrano al suo interno.

La temperatura tocca i 50 gradi e si registra un tasso di umidità del 100%. Ciò significa che è possibile, in condizioni normali, sopravvivere solo per pochi minuti all’interno della grotta.
All’interno è inoltre possibile ammirare fantastici cristalli di gesso, le cui dimensioni superano in alcuni casi i 10 metri di altezza. Scenario – ai nostri occhi – non adatto alla vita.
E invece sono stati trovati batteri che potrebbero essere stati isolati dall’esterno da 50.000 anni.

Una ricerca iniziata nel 2008, in seguito al ritrovamento di questa camera, nel 2002, ad opera di alcuni minatori grazie al crollo di una parete. Le prime foto giunsero da un gruppo di ricercatori italiani che, muniti di speciali vestiti refrigeranti simili a tute spaziali ed ossigeno, riuscirono a permanere all’interno della grotta per circa venti minuti.

Questi batteri, in tutto 40, hanno favorito la crescita dei cristalli di gesso presenti nella miniera abbandonata. Sono batteri solforiduttori, batteri che ossidano il ferro e altri che sopravvivono ossidando il manganese.
Possono vivere in condizioni estreme essendo appunto estremofili ed il loro patrimonio genetico differisce del 10% da batteri simili in superficie. Differenza pari a quella che c’è, ad esempio, tra gli esseri umani ed i funghi.

Il ritrovamento di queste estreme forme di vita è stato annunciato dal responsabile di astrobiologia della NASA (Nai), Penelope Boston, lo scorso 17 Febbraio durante il convegno annuale dell’American Association for the Advancement of Science.
La Nasa è interessata allo studio di questi particolari batteri in quanto potrebbero essere simili ad eventuali forme di vita presenti sui satelliti di Giove e Saturno.

Continua a leggere su Fidelity News