Regno Unito: via alla manipolazione di embrioni umani

E' una svolta epocale quella che è avvenuta oggi nel Regno Unito. E' stata infatti approvata la manipolazione genetica di embrioni umani al fine di trovare nuove cure e non potranno essere impiantati per nuove gravidanze.

Regno Unito: via alla manipolazione di embrioni umani

Per la prima volta al mondo la Gran Bretagna ha dato il via libera ad un vasto programma di ricerca che prevede l’utilizzo di embrioni umani e la loro modifica genetica, al fine di individuare e cercare delle cure a malattie fino ad ora incurabili e fortemente debilitanti che colpiscono già in età prenatale.

La Human Fertilisation and Embryology Authority (HFEA) è l’autorità che regola e vigila sulla fecondazione assistita e sull’embriologia ed ha approvato la richiesta effettuata dalla scienziata Kathy Niakan di poter effettuare studi su embrioni umani in modo da arrivare ad una comprensione più profonda di ciò che accade nel feto nei primi momenti di vita, quando è ancora un agglomerato di cellule.

La ricerca della dottoressa Niakan si svolgerà nella prima settimana dopo la fecondazione, e si crede che riuscirà a raccogliere una quantità enorme di dati in modo da spiegare anche cosa accade nel corpo umano per indurlo a commettere aborti spontanei. L’ok dato alla ricerca, però, vieta nel modo più assoluto e categorico l’impianto di embrioni geneticamente modificati in una donna per dare il via ad una gravidanza.

Questo via libera ha generato non poche critiche da parte dei critici, che ritengono che questo esperimento sia il primo passo verso la creazione di bambini ‘su misura’. L’utilizzo di queste tecniche, che prendono il nome di ‘genome editing’, tocca alcune tra le aree più delicate per quanto riguarda l’opinione pubblica e la morale comune, quindi è strettamente necessario, come spiega alla BBC Sarah Chan dell’Università di Edimburgo, che: “questa ricerca e le sue implicazioni etiche siano attentamente considerate dall’Hfea, prima di dare l’approvazione a procedere. Dobbiamo essere sicuri che il nostro sistema di regolamentazione in questo settore stia funzionando bene, per mantenere la scienza in linea con gli interessi sociali”.

Quel che è certo, al di là dei timori etici e delle critiche degli scettici, è che i risultati di questa ricerca potrebbero finalmente far luce sul perchè alcuni casi di fecondazione in vitro hanno successo ed altri no, oltre a darci informazioni vitali su come combattere patologie neonatali fortemente invalidanti. Non c’è dubbio che le polemiche resteranno molte anche nei prossimi tempi; resta però da decidere se i vantaggi siano maggiori dell’etica e se valga la pena andare a ricercare i meccanismi della creazione, cosa che fino ad ora ha sempre sconfinato dalla scienza nella religione.

Continua a leggere su Fidelity News