Papa Francesco apre gli archivi sulla dittatura argentina

La catagolazione e digitalizzazione dei documenti sulla dittatura argentina contenuti negli archivi del Vaticano è terminata. Ora saranno consultabili da parte delle vittime, della famiglie dei desaparecidos e dalle autorità religiose.

Papa Francesco apre gli archivi sulla dittatura argentina

La Chiesa argentina e il Vaticano apriranno i loro archivi contenenti i documenti sul periodo dell’ultima dittatura militare del paese latino (1976-1983), affinché possano essere consultati dalle vittime, dai familiari dei desaparecidos, dai detenuti e dalle autorità religiose.

La notizia è stata data tramite un comunicato congiunto della Segreteria di Stato vaticana e della Conferenza Episcopale argentina, con il quale si rende noto che i lavori di catalogazione e digitalizzazione dei faldoni relativi a quel periodo sono terminati.

L’apertura degli archivi era stata ordinata da Papa Francesco, avendolo promesso a diverse organizzazione per i diritti umani che da tempo la reclamavano. Conservati negli archivi della Conferenza Episcopale Argentina, della Segreteria di Stato e della Nunziatura Apostolica di Buenos Aires, i documenti della dittatura hanno iniziato ad essere ordinati e digitalizzati nel mese di marzo su richiesta di Bergoglio e come continuazione del lavoro iniziato anni prima dalla Conferenza Episcopale Argentina (CEA).

Lavoro che, come sottolinea il comunicato congiunto, “è stato svolto avendo a cuore il servizio alla verità, alla giustizia e alla pace, continuando il dialogo aperto alla cultura dell’incontro”. Secondo quanto spiegato dal segretario generale della CEA, Carlos Malfa, si tratta principalmente di circa 3.000 lettere con le richieste di aiuto inviate dai familiari dei desaparecidos alla Chiesa e le risposte ricevute.

Il ruolo della Chiesa argentina durante la dittatura, quando diversi cappellani e membri della gerarchia appoggiarono chiaramente i militari, è indubbiamente la macchia più grande di tutta la sua storia e uno dei momenti più scuri del cattolicesimo. Il cardinale e arcivescovo di Buenos Aires, Mario Poli, ha cercato di difendere il ruolo della Chiesa: “Ha fatto quello che doveva. Non abbiamo paura degli archivi“, ha dichiarato. Il principale interesse della Chiesa, ha sottolineato, sta nella “riconciliazione di tutti gli argentini“. La Chiesa argentina, ha spiegato, in diverse occasioni ha chiesto perdono per le azioni compiute durante la dittatura. Soprattutto nel 2000, quando ha fatto una confessione di colpevolezza durante un congresso a Cordova della Conferenza Episcopale.

Ciò che nessuno ha chiarito è se all’interno di quei documenti ci sia qualcosa che si riferisce espressamente al ruolo di Papa Francesco durante la dittatura, in passato accusato di non aver impedito l’arresto di due gesuiti sequestrati dai militari durante la dittatura, Francisco Jalics e Orlando Yorio.

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