Mappa dei Paesi a rischio del terrorismo

Tra i Paesi a rischio nella Risk Map che è stata compilata da Aon, per la prima volta è segnalato anche il Vaticano. Ma bersagli principali restano le compagnie petrolifere e del gas.

Mappa dei Paesi a rischio del terrorismo

Populismo e terrorismo sono capaci di aumentare i rischi a livello globale. Per la prima volta anche il Vaticano compare nella Risk Map che è stata compilata da Aon, gruppo, il primo in Italia e nel mondo, per la consulenza dei rischi e delle risorse umane, per l’intermediazione assicurativa e riassicurativa, in collaborazione con Roubini Global Economics e The Risk Advisory Group. 

Dall’analisi emerge che nel 2016 c’è stato un incremento del 14% degli attacchi terroristici nel mondo. Nei Paesi occidentali la crescita è spaventosa si parla del 174% in più rispetto al 2015. Bersagli principali sono le compagnie petrolifere e del gas (41% degli attacchi) come segno di protesta che vorrebbe contrastare gli interessi commerciali.

I Paesi più colpiti sono la Nigeria e la Colombia. Mentre Arabia Saudita, Iran, Russia, Venezuela e Stati Uniti sono i Paesi più vulnerabili ai cali di produzione. Il mercato del petrolio potrebbe risentire di questi avvenimenti con un maggioramento sul prezzo.

Anche quest’anno si è registrata una crescita dei Paesi a rischio terrorismo per motivi politici, sono 19, mentre in 11 Paesi il rischio è diminuito. Complessivamente, dal 2013, non erano mai stati registrati livelli di rischio terroristico e politico così alti, nella conta sono compresi i colpi di stato, le guerre tra Stati, i conflitti civili e le ribellioni.

I Paesi più alto rischio, veri e propri epicentri di instabilità, sono 17, proprio da questi provengono le minacce principali di terrorismo internazionale esponendo anche i Paesi limitrofi. Sono considerate zone a rischio il nord Africa, dal Mediterraneo all’Atlantico, il Mediterraneo Orientale e così pure l’Asia meridionale.

Lo spiraglio positivo pare possa essere il 2017, per la prima volta dagli ultimi quattro anni si registra un calo del rischio politico in molti Paesi, tanti quanti quelli in cui il rischio è aumentato. Da questo spiraglio si pensa possa riprendere l’economia dopo anni e anni di peggioramento.

Da non trascurare in questo 2017 le possibili divergenze tra Stati Uniti e Europa circa le sanzioni, il rischio c’è e potrebbe creare incertezza per chi investe in Iran, Russia e a Cuba.

L’amministratore delegato e direttore generale di Aon in Italia, Andrea Parisi, afferma che “Nell’attuale contesto geopolitico, si conferma la crescente complessità per le aziende che operano a livello globale”. Ma il gruppo Aon, assicura Parisi “continuerà ad essere al fianco delle imprese nella valutazione della loro esposizione ai rischi politici e nell’utilizzo di adeguati strumenti di Risk Management”. Rassicura inoltre che, in Italia, sono state dedicate diverse risorse per lo studio e la progettazione di coperture connesse al rischio politico. 

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