La storia di Samantha: "Mi hanno tolto il lavoro dopo che hanno scoperto che sono lesbica"

Negli Stati Uniti, una donna si è vista ritirare un'offerta di lavoro dopo che i suoi capi hanno trovato una foto di natura saffica nel suo profilo Instagram. Così lei ha fatto causa all'azienda per discriminazione.

La storia di Samantha: "Mi hanno tolto il lavoro dopo che hanno scoperto che sono lesbica"

Una donna ha visto sfumare le sue possibilità di lavorare a causa di una foto lesbica trovata dai suoi datori di lavoro su Instagram. Samantha Chirichella, questo il nome della donna in questione, è una 34enne di Long Island (New York, USA) che era stata contattata per entrare a far parte del dipartimento di servizi legali di una nota azienda fornitrice di servizi energetici.

Il lavoro in questione le avrebbe fruttato ben 47.000 dollari per un anno di collaborazione, oltre all’ovvia soddisfazione personale. Tuttavia la 29enne è stata improvvisamente gelata dal dietrofront della Consolidated Edison, l’azienda in questione con sede a Manhattan, la quale ha revocato la proposta di collaborazione a causa di una foto trovata su Instagram.

Durante la valutazione del profilo di Samantha infatti, i responsabili della CE sono incappati in una fotografia che ritrae samanta in un atteggiamento indiscutibilmente intimo insieme ad un’amica. Non si trattava dunque di una foto direttamente presente nel profilo della ragazza, benché quest’ultima vi fosse ritratta.

Ma tanto è bastato per spingere i vertici della Consolidated Edison ad annullare la proposta. La fotografia incriminata risale a 3 anni fa, ha poi spiegato la donna, e ritrae Samantha e la sua amica nell’atto di baciarsi reciprocamente il seno. A quanto riferito dalla 29enne, il dietrofont della CE è stato motivato proprio dal suo orientamento sessuale.

Nella sezione commenti relativa a quella foto infatti, un utente aveva chiesto alla donna se fosse lesbica, e questa aveva risposto affermativamente. Ma la professionista si è ribellata a questa decisione discriminatoria, citando l’azienda in tribunale per discriminazione.

Arthur Schwartz, l’avvocato di Samantha, ha risposto in aula alle accuse di oscenità, affermando che: “Questo lavoro non è più sessualmente esplicito rispetto a quelli di da Vinci, Titian o Michelangelo, ed è certamente meno esplicito di molte foto pubblicate su Sport Illustrated“.

La stessa 29enne si è difesa dinanzi alla Manhattan Supreme Court spiegando che la fotografia a tinte saffiche è arte, non pornografia, ed è parte della galleria fotografica della sua amica, artista e fotografa di professione.

Il caso ha suscitato molto clamore negli Stati Uniti, ed un portavoce della Consolidated Edison ha affermato – pur non ammettendo apertamente che la donna sia stata silurata per via del suo orientamento sessuale – che i vertici dell’azienda stanno riesaminando il caso. Nel frattempo, il processo continua.

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