Isis, morto il leader Shishani, braccio destro del califfo al-Baghdadi

L'Isis ha comunicato ufficialmente la morte di Abu Omar al-Shishani, uno dei leader dello Stato Islamico nonché braccio destro del califfo Abu Bakr al-Baghdadi. Il terrorista sarebbe morto in combattimento.

Isis, morto il leader Shishani, braccio destro del califfo al-Baghdadi

L’Isis ha confermato la morte di Abu Omar al-Shishani, uno dei vertici militari dello Stato Islamico, nonché braccio destro e primo consigliere dell’uomo al centro di tutto: il califfo Abu Bakr al-Baghdadi. Al-Shishani era uno dei principali comandanti dell’organizzazione terroristica, e la sua morte rappresenta un colpo durissimo per le ambizioni dell’Isis, dal momento che si trattava di una pedina fondamentale nello scacchiere del Califfato.

Per carisma e competenze militari tattiche e strategiche infatti, Abu Omar al-Shishani era un leader quasi senza pari all’interno dell’Isis. Alle sue spalle aveva una lunga carriera, nonostante i soli 30 anni di vita, durante la quale aveva potuto beneficiare di addestramenti altamente specializzati che gli avevano consentito di fare carriera rapidamente all’interno dell’organigramma militare dello Stato Islamico.

Tarkhan Taymurazovich Batirashvili, questo il vero nome di Abu Omar al-Shishani prima della conversione all’Islam ed al terrorismo radicale, era di origini georgiane ed aveva combattuto a lungo a fianco dei ribelli ceceni.

Dopo l’esperienza in qualità di partigiano per la Cecenia era entrato nelle forze speciali della Georgia, dove aveva potuto affinare ulteriormente le proprie tecniche di guerriglia, dimostrandosi straordinariamente efficace sia come soldato, sia come comandante. Dulcis in fundo è arrivato l’addestramento con le forze speciali americane, una sorta di “master” nel corso del quale al-Shishani aveva potuto perfezionare ancora di più le proprie competenze belliche.

Si trattava dunque di una figura altamente specializzata nell’ambito delle operazioni militari, non solamente di un semplice terrorista bensì di un vero e proprio leader carismatico, che non a caso aveva saputo ingraziarsi le simpatie del califfo Abu Bakr al-Baghdadi diventandone il primo consulente e braccio destro.

La morte del “primo gregario” dell’Isis sarebbe avvenuta a Shirqat secondo quanto affermato nel comunicato diramato dai terroristi, a circa 70 chilometri dalla capitale Mosul, durante un combattimento. Nonostante l’ufficialità data dagli estremisti islamici tuttavia, è necessaria una certa cautela fino a quando il cadavere non verrà ritrovato e riconosciuto, poiché già a marzo il Pentagono aveva ritenuto – erroneamente – di averlo eliminato a Raqqa; salvo poi vederlo rispuntare vivo e vegeto a comandare le offensive dell’Isis.

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