Gay Street, genitori pestano fidanzata della figlia durante la festa: "Ci ha mandati Dio!"

I genitori di una ragazza lesbica hanno pestato e minacciato la compagna della figlia, costringendola a troncare i rapporti con lei. Nell'Italia delle unioni civili, l'odio contro i gay continua a crescere.

Gay Street, genitori pestano fidanzata della figlia durante la festa: "Ci ha mandati Dio!"

In quel di Gay Street (Roma) lo scorso 23 settembre si è consumata l’ennesima nefandezza, l’ennesimo atto di discriminazione violenta motivata dal bigottismo, da ragioni pseudoreligiose e da un amore malato, perverso e totalitario; come può esserlo quello di un genitore che nega la felicità alla propria semenza – che anzi, gode nel vederla distrutta ed umiliata – poiché incapace di accettarne la natura.

Una ragazza di 21 anni si trovava al Coming Out, un locale della zona, insieme alla sua fidanzata (26), lungo quella strada ribattezzata Gay Street proprio in virtù del suo essere diventata l’epicentro della movida omosessuale della Capitale. Le due giovani pianificavano di trascorrere un venerdì sera a divertirsi, la prossima tappa sarebbe dovuta essere una discoteca nelle vicinanze.

Ad un certo punto però, la compagna della 21enne è stata avvicinata da una donna. Quest’ultima, dopo averle chiesto una sigaretta (negata, dal momento che la giovane non fuma), si è presentata come “Laura“. Ma quello che sembrava un tentativo di approccio, si è ben presto rivelato essere l’inizio di un vero incubo per la 26enne.

Subito dopo infatti la donna è stata raggiunta da un’altra signora la quale, dopo averle dato la mano, l’ha trascinata lontano dalla folla, strappandole il bicchiere di mano ed iniziando a schiaffeggiarla. Quindi l’ha spinta contro i motorini parcheggiati lungo la strada. La giovane è rimata frastornata, ma alla sua richiesta di spiegazioni l’invasata ha replicato con parole apparentemente senza senso:

Chi sei tu? Sei entrata nel mio mondo e io ora sono venuta nel suo! E’ stato Dio a mandarmi questa sera!“. Sono piovuti altri insulti, la ragazza era impietrita, come può esserlo chi viene travolto da un’ondata di violenza cieca ed apparentemente immotivata da un momento all’altro. Quindi, è arrivata la frase rivelatrice: “Tu adesso vieni via e lasci in pace mia figlia“.

A quel punto la situazione è degenerata: la madre della 21enne ha iniziato ad insultare tutti i presenti “colpevoli di essere gay”, ragliando e vomitando invettive irripetibili mentre il marito riservava lo stesso trattamento alla figlia, nonostante quest’ultima fosse collassata a terra in preda ad un attacco di panico una volta compresa la situazione.

L’uomo però in quel frangente non si limita ad umiliare e denigrare la “sua bambina di fronte alle decine di presenti inorriditi: in un impeto di degenerata brutalità, individua la fidanzata di sua figlia e le sferra un pugno in pieno petto. La 21enne grida: “Lasciatela stare, è la cosa più importante della mia vita!“, ma è tutto inutile.

E ieri, a tre giorni da quella tragica serata, è arrivato il triste epilogo: quei genitori hanno vinto, ha trionfato l’omofobia. La loro incursione in Gay Street, consumatasi di fronte agli sguardi impotenti di decine di testimoni inermi ed inerti, è stata un successo. A raccontarlo è stata la stessa 26enne avvicinata dalle due donne fuori dal locale: la fidanzata dopo quella sera le ha scritto che tra loro era finita. Un cambiamento radicale, che può essere spiegato solo con il terrore delle ritorsioni da parte di mamma e papà.

Ha detto che tra la famiglia e me, sceglie i genitori. Ha troppa paura di loro” ha confessato la ragazza al quotidiano Il Messaggero. La loro storia andava avanti oramai da febbraio, ma dopo quella sera nulla sarebbe più stato lo stesso. “Non pensavo che sarebbe arrivata a tanto, dopo quello che è successo nella Gay Street […] Credo voglia trasferirsi in Spagna ora, una sua parente vive lì“.

Una scelta drastica per cambiare vita, allontanarsi dal suo “pericoloso amore” proposta forse da quegli stessi genitori violenti che “hanno alzato le mani su di lei anche in altre occasioni“. Un tentativo estremo di infilare la 21enne in una eterosessualità che non le appartiene da parte di una famiglia che non si è fatta scrupoli a massacrare di botte due ragazze davanti a decine di testimoni, solamente per il loro orientamento sessuale; che non perdonerà mai ad una figlia il fatto di essere nata lesbica.

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