Una fortissima scossa di terremoto, di magnitudo 7.9, ha colpito il Nepal provocando la caduta di un gran numero di edifici, soprattutto nella capitale Kathmandu, dove si registrano i danni più importanti. Secondo il Times of India, ci sarebbero almeno 1.500 vittime, di cui circa un migliaio proprio all’interno della capitale. Subito dichiarato lo stato di emergenza, e sono stati immediatamente stanziati 5 milioni di dollari come fondo emergenza. Quasi un terzo dell’intero Nepal è stato colpito da questo terremoto, il cui epicentro si trova proprio tra Kathmandu e la città di Pokhara, anche se la scossa è stata avvertita fino in India (dove sembra ci siano stati 34 morti), Pakistan, Bangladesh (almeno 2 morti) e Tibet (almeno 12 vittime).
Scattano subito le richieste di aiuti umanitari: il fondo stanziato, infatti, può far comodo solo per le prime emergenze, ma è ovvio che si debba stanziare una cifra molto superiore. La scossa è avvenuta alle 11.56 locali (circa le 8.15 in Italia), mentre vi è stata una seconda scossa circa 2 ore e mezza dopo, anch’essa molto forte, di magnitudo 7.0. Secondo i sismologi, la scossa avrebbe colpito a circa 11 chilometri di profondità . Oltre all’ovvio cordoglio per le vittime, questo terribile terremoto ha duramente colpito il patrimonio culturale del Paese. Giovanni Puglisi, presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, dice: “Viene meno un pezzo di cultura eccezionale e irripetibile“.
La parte ad aver subito maggiori danni, infatti, è quello che potremmo definire il centro storico di Kathmandu, con i suoi edifici che erano il crocevia della tradizione religiosa buddista e di una parte della tradizione religiosa tibetana. “E’ come se da noi crollasse la torre di Pisa o il Colosseo“, chiude amaramente Puglisi. Notizie preoccupanti arrivano anche dall’Everest, dove una valanga sembra che abbia ucciso 18 alpinisti stranieri. Purtroppo, l’area del Nepal è considerata una delle zone più a rischio del mondo per quanto riguarda i terremoti. Si prevede, purtroppo, un aumento vertiginoso del numero dei morti.