Cina, addio alla "politica del figlio unico"

Stando a quanto riferito dal China Business News, il governo cinese potrebbe dare la notizia già alla fine del 2015. La scelta sarebbe dettata da una popolazione sempre più vecchia e dal conseguente calo della forza-lavoro

Cina, addio alla "politica del figlio unico"

È dal 1979 che la Cina ha adottato la politica del figlio unico, che vieta alle coppie cinesi di avere più di un figlio pena il pagamento di importanti sanzioni pecuniarie. Il China Business News ha però annunciato che questo metodo  di controllo demografico verrà molto probabilmente abbandonato nei prossimi mesi. La fonte del giornale cinese sarebbe un funzionario anonimo della Commissione nazionale per la Salute e la pianificazione familiare, il quale ha fatto sapere che l’annuncio da parte del governo di Pechino potrebbe arrivare già entro la fine di quest’anno, o al massimo all’inizio del 2016.

Il motivo della revisione di una politica in vigore da ben 36 anni? Un invecchiamento della popolazione cinese senza precedenti e un pericoloso restringimento del bacino della forza-lavoro. Secondo le stime dell’Onu, entro il 2050 la Cina avrà tra la sua popolazione quasi 440 milioni di over 60. Tutto questo mentre solo nell’ultimo anno la popolazione in età lavorativa – che che per la Cina va dai 15 ai 59 anni – è calata di 3,71 milioni.

Sono in molti a pensare che la politica del figlio unico avrebbe dovuto essere abolita molto tempo fa, per una questione di libertà riproduttiva ma anche, come ha detto l’esperto di demografia presso l’Accademia di Scienze Sociali di Shangai Liang Zhongtang, “per una questione di rispetto dei diritti umani fondamentali”.

Nel 2013 si era già mosso qualcosa: se all’interno di una coppia uno dei due genitori era figlio unico, allora poteva essere fatta una richiesta per poter avere due figli. A fare richiesta sono state più di un milione di coppie, numero considerevole che però non è bastato a mantenere il tasso di natalità costante (la Commissione aveva previsto che il numero di richieste si sarebbe aggirato attorno ai 2 milioni l’anno). Per ora non ci sono state conferme ufficiali da Pechino, ma vista la situazione in cui si trova il Paese ci si aspetta che il governo ne stia già discutendo e sarà presto pronto a dare la tanto attesa notizia.

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