"Cayla" la pericolosa bambola spia è stata bandita

In Germania l'agenzia federale per le telecomunicazioni ha imposto la distruzione della bambola "My friend Cayla": non è più possibile venderla, comprala e persino possederla. La sua dolce e confortante effige nasconde un potenziale inganno.

"Cayla" la pericolosa bambola spia è stata bandita

Actung! In Germania l’agenzia federale tedesca per le reti di telecomunicazioni (Bundesnetzagentur) ha messo al bando Cayla; non è una bambola assasina, bensì interattiva: vietato detenerla, venderla, comprarla. Dagli scaffali dei negozi numerose “My friend Cayla” scompariranno dirette verso l’oblio.

I tedeschi che la possiedono sono tenuti a distruggerla (un falò collettivo?). Lo spietato giocattolo è una spia, non venuta dal freddo: si narra che occulta le proprie funzioni sotto l’immagine rasssicurante di un pupazzo. Cayla è una bambola interattiva, alta 45 cm, pone domande, ascolta e risponde agli interlocutori: si connette via Bluetooth ad un’app abbinata, da scaricare su smartphone, attraverso la quale si collega a internet.

Per conversare, utilizza alcune frasi programmate, registrando ed analizzando le conversazioni, le domande che gli vengono rivolte, rielabora il testo usando la app, per cercare risposte su internet. Viola, in teoria, la sezione 90 della legge nazionale sulle telecomunicazioni.

Le preoccupazioni sorte sul faccino in plastica, sorridente, sono in merito alla privacy delle frasi e dei dati registrati, la loro ultima destinazione, l’utilizzazione riservata dall’azienda produttrice “Genesis Toys” e dalla società che fornisce la tecnologia di riconoscimento vocale la “Nuance”. Si ipotizza che qualcuno possa insinuarsi nel sistema Bluetooth riuscendo ad ascoltare tranquillamente tutto ciò che viene detto. Stefan Hesse, uno stutende tedesco, ha dimostrato che la inquietante “Cayla” viola la legge sulle telecomunicazioni perchè è possibile collegarsi con la bambola a 10 metri di distanza semplicemente accendendo il microfono.

Le vulnerabilità della bambola erano già state avverite una prima volta nel 2015. “Vivid Toy”, la società che distribuisce “Cayla”, aveva annunciato un aggiornamento del software, rassicurando i consumatori che gli atticchi erano stati casi isolati attuati da soggetti qualificati, hacker. Il fratello “i-Que”, un robot prodotto dalla stessa casa, aveva sollevato vigorose polemiche in altri paesi: l’associazione norvegese dei consumatori e l’associazione americana EPIC avevano enunciato l’assenza di sicurezza e privacy.

La vicenda di “Cayla” sfiora il grottesco, i giocattoli connessi e interattivi del resto si stanno moltiplicando, come “Hello Barbie” l’ultima versione hi-tech della bambola prodotta da Mattel realizzata con sensori altamente tecnologici e un microfono celato nella collana capace di intercettare le domande dei bambini, per registrarle e inviarle Wi-Fi ai server di “ToyTalk”. Assisteremo a distruzioni di giocattoli su scala mondiale?

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