Brexit: a rischio due milioni di inglesi espatriati

Due milioni di inglesi che vivono in altri Paesi dell'UE potrebbero trovarsi a vivere in una situazione a rischio, in una sorta di “limbo” legale, nel momento in cui il Regno Unito dovesse rompere i ponti con l'Unione Europea.

Brexit: a rischio due milioni di inglesi espatriati

Due milioni di inglesi potrebbero trovarsi a vivere in una situazione a rischio, in una sorta di “limbo” legale, nel momento in cui il Regno Unito dovesse rompere i ponti con l’Unione Europea e realizzare l’ormai noto Brexit.

I cittadini britannici potrebbero “perdere il diritto di vivere in Paesi come Spagna o Francia”, ha avvisato il ministro per l’Europa, David Lidington, provocando l’ansia tra gli espatriati.

Il rapporto elaborato dal Governo Cameron sugli effetti del Brexit sottolinea chiaramente che i cittadini inglesi residenti in altri 27 paesi dell’UE potrebbero perdere il “diritto di residenza e di lavoro”, così come l’accesso alla pensione, alla sanità e ai servizi pubblici. Per quanto concerne la Spagna, destinazione preferita dai cittadini inglesi, la situazione andrebbe a colpire circa 381.000 espatriati (secondo i dati ufficiali).

Il rapporto menziona anche Gibilterra e ricorda che l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea riverserebbe i suoi effetti anche sugli oltre 30.000 abitanti della Rocca, che potrebbero perdere il diritto “alla libertà di movimento e di commercio”. I sostenitori dell’uscita dall’UE, come il sindaco di Londra, Boris Johnson, hanno squalificato il rapporto sulle conseguenze del Brexit definendolo una “sciocchezza” o un semplice prodotto della propaganda del ‘Project Fear‘ o ‘Progetto Paura‘ (come è stata denominata dagli euro scettici la campagna a favore della permanenza del Regno Unito nell’UE).

La polemica sull’impatto economico e sociale del Brexit è iniziata domenica con l’intervista rilasciata dal ministro per l’Europa David Lidington al quotidiano The Observer: Lidington ha sottolineato che, in base a quanto stabilito dall’articolo 50 del Trattato di Lisbona, la Gran Bretagna avrebbe due anni di tempo per formalizzare la sua uscita dall’Unione Europea, e questo significa che nel “2018 si taglierebbero gli accordi commerciali e di altro tipo con l’UE. Resteremmo fuori dai trattati e dovremmo pagare dazi”.

Secondo Lidington, l’uscita dall’Unione è un “rischio di massa” e comporterebbe un decennio di “limbo economico” dopo l’ipotetica rottura con Bruxelles: l’Inghilterra verrebbe tagliata fuori dal mercato unico, le procedure alle dogane non sarebbero più così snelle compreso il controllo dei passaporti, e il diritto dei cittadini inglesi di andare a vivere in Spagna o Francia verrebbe seriamente messo in discussione. L’ex procuratore generale, Dominic Grieve, ha addirittura insinuato che i due milioni di inglesi nell’Ue “diventerebbero immigrati illegali dalla notte alla mattina”.

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