Attentato al museo: sicurezza fallace, licenziamenti eccellenti

Riaprirà domani il Museo del Bardo, dopo la strage del 18 Marzo. Licenziati intanto capi della sicurezza: le indagini hanno infatti rilevato delle pesanti falle nei servizi di sicurezza tunisini

Attentato al museo: sicurezza fallace, licenziamenti eccellenti

Tunisia: Il Museo del Bardo riaprirà il prossimo 24 Marzo (domani), in occasione della quattro giorni del FSM (Forum Sociale Mondiale) prevista proprio tra il 24 ed il 27 del mese in corso, dopo le rapidissime operazioni di restauro degli ultimi giorno. A volere l’immediata ripresa delle attività museali è stato il Primo Ministro tunisino in persona, Habib Essid, che ha così voluto dare un segnale forte all’intero Paese, a tutto il mondo e, soprattutto, ai fondamentalisti dell’Isis: la Tunisia non ha paura, ed è pronta ad affrontare i terroristi a viso aperto. Un concetto tradotto in parole anche dal direttore del Museo del Bardo, Moncef Ben Mussa: “Vogliamo dire che gli autori dell’attentato non hanno raggiunto il loro scopo”.

Una prova di forza importante da parte della Tunisia, che però non cancella quanto accaduto. Proprio a questo riguardo, sono cominciate a cadere le prime teste tra i vertici dei servizi di sicurezza, le cui mancanze hanno reso possibile ai terroristi organizzare e mettere in atto la strage. Un’accurata ispezione del governatorato ha infatti evidenziato gravi lacune relative alla sicurezza in tutta la zona. Tra i primi a perdere la poltrona c’è stato il Capo distretto della sicurezza di Tunisi, seguito a ruota dal Direttore dell’amministrazione delle unità di Polizia della circolazione stradale. Silurati anche il Direttore della Sicurezza turistica, il Capo del posto di polizia del Bardo e del distretto di sicurezza di Sidi Bachir ed il Capo della brigata dei servizi.

Una mattanza in piena regola, orchestrata dallo stesso Premier Essid, al quale non è andata giù la leggerezza nello svolgere i propri incarichi manifestata da coloro che avevano il compito di garantire la sicurezza del Paese. Il Premier tunisino ha infatti spiegato al quotidiano francese Le Figaro che le stesse falle nella sicurezza rilevate in seguito all’attentato al Museo del Bardo, sembrano aver agevolato lo sviluppo del movimento pro-Isis all’interno del Paese, e che queste stesse situazioni si sono presentate sin dall’inizio della cosiddetta Primavera Araba: “Stiamo cercando di valutare la situazione e prendere le misure necessarie affinché il Ministero dell’Interno faccia il suo lavoro, e difenda la Repubblica. L’intervento delle Forze di Polizia al Bardo c’è stato, certo, ma gli errori compiuti dimostrano che c’è ancora molto lavoro da fare a livello di Ministero dell’Interno”.

Il Premier tunisino ha inoltre vietato l’accesso alla moschea situata dietro al museo: il luogo di culto sarà da oggi accessibile unicamente al personale autorizzato, ovverosia al servizio di Habib Essid stesso o impiegato in Parlamento. Nel frattempo, per il 29 Marzo è stata organizzata una marcia di solidarietà nei confronti delle vittime dell’attentato, ed il Governo tunisino ha invitato formalmente molti Capi di Stato esteri a presenziare all’evento, come spiegato dal Ministro del Turismo Elloumi Rekik. A guidare la manifestazione vi saranno in prima linea il Presidente della Repubblica Beji Caid Essebsi ed il Premier Habib Essid.

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