Attacco a Mosul: l’Isis distrugge la propria moschea

Dopo mesi e mesi di attacchi, finalmente l'ultima roccaforte dell'Isis in Iraq sta per essere distrutta dalle forze governative assistite dai raid americani.

Attacco a Mosul: l’Isis distrugge la propria moschea

Dopo mesi di assedio, l’ultima roccaforte dell’Isis in Iraq, precisamente a Mosul sta per cadere grazie all’attacco messo in atto dalle forze governative sostenute dai raid aerei degli Stati Uniti. A rendere nota la notizia è il generale dell’esercito regolare iracheno Abdul-Amir Rasheed che ha dichiarato che l’ultimo attacco alla città vecchia, l’unica sotto ancora lo Stato Islamico è partito questa mattina dopo un raid aereo guidato dagli americani.

L’assedio è durato ben otto mesi, ha riferito il generale, nel quale sono state schierate oltre alle truppe alleate, le forze speciali, la polizia federale e un grande aiuto è arrivato anche dalle armate curde che con difficoltà hanno conquistato giorno dopo giorno ogni quartiere della città.

Le truppe del Califfato, invece da molte settimane sono rintanate nella vecchia città mentre le truppe alleate hanno conquistato dapprima Ban Sinjar e adesso sono impegnate nella conquista della città di Mosul, la capitale del sedicente Stato Islamico quindi la caduta dell’Isis sarebbe imminente.

La conferma della riuscita dell’operazione sarebbe la notizia sulla distruzione della moschea di Al-Nuri a Mosul da parte dello Stato Islamico, dove il suo leader al-Baghdadi, dichiarato morto da Mosca, proclamò il Califfato nel 2014. La distruzione della moschea e il bombardamento del minareto al-Hadba da parte dello Stato Islamico per non farsi conquistare dai nemici è un chiaro segno di dichiarazione della loro sconfitta in questa guerra.

Gli otto mesi di guerra estenuanti hanno portato la morte di un elevato numero di civili che venivano utilizzati dai miliziani del Califfato come scudi umani contro i nemici, i quali per questo motivo hanno rallentato la loro avanzata nella città. I civili venivano sequestrati e tenuti come ostaggi, privati dei beni di prima necessità come acqua e cibo, alcune agenzie umanitarie hanno denunciato anche l’utilizzo di bombe al fosforo durante il conflitto.

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