Account Twitter di Obama assaltato dagli ‘haters’: “Torna nella gabbia, scimmia”

A poche ore dall'esordio dell'account istituzionale di Twitter del presidente Obama, scattano i primi insulti e le prime foto dal dubbio gusto: "Impicchiamo ancora per tradimento, vero?"

Account Twitter di Obama assaltato dagli ‘haters’: “Torna nella gabbia, scimmia”

POTUS: questo il nome dell’account Twitter del presidente Barack Obama, che è un acronimo di President Of The United States. Il presidente lascia così il suo account, il caro vecchio @barackobama per trasferirsi sul nuovo, a 6 anni dall’elezione, tanto che Obama ci scherza su: tra 2 anni, dovrà infatti lasciare la Casa Bianca. Ebbene, il nuovo account è stato letteralmente preso d’assalto dagli haters, che hanno ricoperto di insulti Obama.

Shitstorm è il termine tecnico per questo tipo di episodi: una ‘montagna di m…a’ che non ha risparmiato nemmeno l’uomo più potente del mondo. Questa accoglienza, riservata un po’ a tutti i nuovi personaggi famosi che fanno il loro ingresso su Twitter (anche se, come detto, Obama è al suo secondo account) è un’abitudine: ma con Obama si è arrivato anche ad insulti razzisti, con il solito Scimmia, oltre ad auguri di morte, inviti al suicidio e chi più ne ha, più ne metta.

Questo episodio ha avuto una vasta eco in America, con i giornali statunitensi che hanno parlato di vero e proprio rigurgito razzista dell’America più profonda, che finalmente può sfogarsi direttamente col presidente degli Stati Uniti Obama, senza che i loro messaggi vengano filtrati dallo staff. Secondo il New York Times si tratterebbe apertamente di ostilità razziale verso il primo presidente nero”, che ora ha trovato il proprio sfogo nel confronto ‘diretto’ con Obama.

Tra gli haters più agguerriti c’è un tale @jeffgully49, che ha pubblicato una foto di Obama con cappio al collo, accompagnata da queste parole: impicchiamo ancora per tradimento, vero?. Ebbene, al signore hanno fatto visita direttamente i servizi segreti, che hanno voluto verificare se si trattasse di un semplice hater o di un pericoloso sovversivo. Jeff Gullickson, questo il nome che si nasconde dietro l’account, avrebbe anche rifiutato un’intervista dello stesso New York Times“Se non mi pagate, niente”.

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