Come ogni anno, il 3 febbraio in Giappone, si festeggia il Setsubun, letteralmente “divisione delle stagioni”; questa ricorrenza infatti viene associata all’inizio del nuovo anno lunare e della nuova stagione: la primavera. Si tratta quindi di una sorta di capodanno minore con il significato profondo di rinascita e risveglio.
Per convenzione, il Setsubun viene festeggiato ogni anno il 3 febbraio, anche se non coincide precisamente con la fine dell’anno lunare. I gesti principali che vengono compiuti durante questo evento sono rappresentativi e spirituali, quasi teatrali. Questi consistono in riti propiziatori per lo più casalinghi e che si svolgono all’interno della cerchia familiare.
Il più importante tra questi è il Mame Maki, in cui il capofamiglia si traveste da demone e si posiziona sull’uscio mentre il resto della famiglia gli lancia contro dei fagioli di soia tostati, urlando: “Oni wa soto! Kuka wa uchi” tradotto: “demone va via! Entra fortuna”.
Il gesto, simbolicamente, allontana gli spiriti maligni e favorisce la buona sorte per il nuovo anno entrante, a tal scopo vengono appunto utilizzati i fagioli di soia poichè per i giapponesi rappresentano fortuna e prosperità. Al termine della scenetta teatrale i componenti della famiglia raccolgono i fagioli lanciati e ne mangiano uno per ogni loro anno di età più uno per l’anno entrante.
Un altro rito singolare che si esegue per la ricorrenza del Setsubun consiste nel mangiare in rigoroso silenzio e rivolti nella direzione del segno zodiacale del nuovo anno, del Maki Zushi, un rotolo intero di sushi di ben 20 centimetri. il Maki Zushi viene condito a piacere ed è diffuso in Giappone l’utilizzo di ingredienti di sette coori diversi, rappresentanti le sette divinità della fortuna.
Oltre che in ambito casalingo, la festa del Setsubun viene festeggiata a livello cittadino. Si organizzano per l’occasione svariate attrazioni come: incontri di sumo, visite ai templi, cerimonie religiose, concerti e apparizioni di personaggi famosi.
Insomma, una festa molto sentita dai Gapponesi, con radici antichissime, in quanto viene festeggiata da più di 500 anni.