World Economic Forum: clima, disuguaglianza e polarizzazione sociale

Nei giorni tra il 17 ed il 20 gennaio, a Davos in Svizzera, si terrà il World Economic Forum 2017 (WEF). Scopo dell’organizzazione che ha sede a Ginevra, è trovare e percorrere strade di collaborazione tra pubblico e privato per migliorare la situazione economica e sociale.

World Economic Forum: clima, disuguaglianza e polarizzazione sociale

Il cambiamento climatico, la disuguaglianza nei redditi e la polarizzazione sociale dove ricchezza e povertà si polarizzano sempre più, sono i tre fattori che segneranno gli sviluppi globali nei prossimi dieci anni, di fronte ai quali “è urgente un’azione collaborativa dei leader mondiali per scongiurare future difficoltà e volatilità”.

Questo è quanto emerge dal Global Risks Report 2017, uno studio in cui 750 esperti hanno dato i loro apporti in preparazione al Forum economico mondiale che si terrà a Davos (Svizzera) durante la prossima settimana.

Il tentativo di arrestare il cambiamento climatico, accordato nel 2016, in cui più di 55 Paesi – compresi Usa e Cina – avevano sottoscritto la ratificazione dell’Accordo di Parigi all’ONU, ora è messo a rischio dai cambiamenti politici avvenuti in Europa e nel Nord America, lo ha affermato Margareta Drzeniek-Hanouz, responsabile della competitività globale e dei rischi e membro del Comitato esecutivo, World Economic Forum.

Nel rapporto il WEF evidenzia l’aumento della disuguaglianze e delle fratture sociali, sottolineando la forte relazione tra “alta disoccupazione strutturale” e “profonda instabilità sociale”.

Come affrontare questi rischi sarà l’argomento centrale dei dibattiti a Davos tra il 17 e il 20 gennaio prossimi; il Forum 2017 sarà incentrato su ‘Leadership preparate e responsabili‘. Pertanto si parlerà del neo presidente eletto Donald Trump e delle prossime elezioni in Francia, anche se nessuno dei protagonisti politici emergenti dei Paesi occidentali sarà presente al Forum.

Tra i presenti al World Economic Forum 2017 ci saranno politici, banchieri ed economisti. Ecco alcuni nomi: Theresa May, soprannominata Theresa Maybe per la difficoltà a gestire la Brexit decisa dalla popolazione nel referendum di giugno 2016; Christine Lagarde, presidente del Fondo Monetario Internazionale; Benoit Coeure, membro del direttorio della Bce; Joseph Stiglitz, nel 2001 premio Nobel per l’Economia; Bill Gates, filantropo e fondatore di Microsoft; Jack Ma, fondatore del colosso Alibaba; Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo; Joe Biden vicepresidente Usa uscente; Xi Jinping, leader politico cinese.
Rappresenterà l’Italia il ministro Pietro Carlo Padoan, politico, economista.

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