Ue, previsioni al ribasso sull’Italia: deficit al 3%, ma debito e disoccupazione da record

Bruxelles sullo stato di salute dell'economia italiana: “La crescita resta debole”. Deficit al 3%, con un leggero miglioramento nel 2014

Ue, previsioni al ribasso sull’Italia: deficit al 3%, ma debito e disoccupazione da record

Le stime della Commissione Europea sullo stato di salute dell’economia italiana sono peggiori di quelle del governo. A maggio Bruxelles prevedeva un deficit del 2,9% nel 2013, mentre oggi la stima è del 3%. Il dato è in linea con il livello di guardia, ma nonostante sia vicino alle previsioni del nostro governo, porta ad un peggioramento rispetto alle previsioni per il 2014. Infatti Bruxelles prevede un deficit del 2,7% l’anno prossimo, mentre la stima del governo era di 2,5%.

Record invece per il debito pubblico italiano, che dal 133% di quest’anno è destinato a toccare nel 2014 quota 134% del prodotto interno lordo con una “leggera discesa” al 133,1% solo nel 2015.

Per quanto riguarda la crescita italiana, peggiorano le stime sul Pil 2013, che dal -1,3% previsto in primavera passa oggi a -1,8%, mentre nel 2014 il Paese ricomincerà a crescere, con un Pil positivo dello 0,7%. Altri ritmi di crescita rispetto agli altri grandi d’Europa, come la Germania, che crescerà l’anno prossimo dell’1,7%, dopo il più 0,5 di quest’anno.

Ma quel che preoccupa più di tutto, è il dato fornito dall’Ue sulla disoccupazione nell’Eurozona. Ci sono “segnali crescenti che l’economia europea ha raggiunto un punto di svolta” ma “è troppo presto per cantare vittoria” perché “la disoccupazione resta a livelli inaccettabilmente alti”. E’ l’analisi del vicepresidente della Commissione europea, Olli Rehn.

Per quanto riguarda l’Italia, la Commissione Ue prevede un aumento della percentuale dei senza lavoro sulla popolazione attiva: si passerà dall’12,2% attuale, al 12,4% del 2014, per poi scendere all’11,8% nel 2015, ma rimangono grandi le differenze tra i Paesi europei: in Germania la disoccupazione passerà dal 5,4% di quest’anno al 5,1% del 2015, in Grecia dal 27% al 24%, in Spagna dal 26,6% al 25,3%, mentre aumenterà in Francia: da 11% a 11,3%.

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