Turismo: a luglio persi 400 milioni. Crollano le prenotazioni

Turismo in calo. Secondo le stime di Assoviaggi Confesercenti le prenotazioni per le vacanze estive scenderanno del 30%: si presume una spesa tra 600 e i 900 a testa per un massimo di 4 giorni. Presenze diminuite anche negli stabilimenti balneari, fino al 70%

Turismo: a luglio persi 400 milioni. Crollano le prenotazioni

L’insicurezza economica e anche metereologica ha fortemente condizionato le abitudini degli italiani e a luglio anche il cattivo tempo ha cancellato 400 milioni di fatturato. A rilevarlo è l’ Assoviaggi Confesercenti, che aggiunge anche che questa estate ci sarà un calo del turismo italiano, con una riduzione di presenze fino al 30% per quanto riguarda il  mare, e del 20% per la montagna.

I gestori delle strutture estive hanno visto ridurre drasticamente le prenotazioni, e non sperano a breve di vedere cambiamenti di tendenza significativi rispetto al 2013 e al 2012. Negli ultimi due anni, infatti, i fatturati sono calati enormemente. L’associazione ritiene che quest’anno la spesa media pro capite per vacanze sarà tra i 600 ed i 900 euro, e toccherà un massimo di 2.000-2.500 euro per ciò che concerne viaggi e gite culturali vicine e lontane. Si parla di periodi di pernottamento che oscillano tra i 4 ed i 15 giorni in base al tipo di vacanza prenotato.

Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi Confesercenti, dice: “Quelli che si muovono di meno sono proprio gli italiani che anche quest’anno, come i due precedenti, limitano le vacanze a brevi periodi, complice anche il maltempo. A testimoniare questo andamento il nostro turismo balneare sta facendo registrare, specialmente a luglio, un calo di presenze di oltre il 30% sulle spiagge, e quello della montagna con punte del 15/20% in meno”.

I danni maggiori li risentono soprattutto gli stabilimenti balneari, che hanno subito cali delle presenze fino al 70% rispetto allo stesso periodo del 2013. La conseguenza è anche una minore richiesta della forza lavoro e un inevitabile aumento della disoccupazione. Secondo le stime del sindacato, oltre 50mila stagionali sono rimasti a casa. Un’altra spiegazione la fornisce Riccardo Borgo, presidente del Sindacato Italiano Balneari che associa circa 10.000 imprese ed aderisce alla Fipe-Confcommercio: La dèbacle colpisce tutta la filiera del turismo: meno clienti al mare si traduce in ristoranti con tavoli vuoti, alberghi che devono fare i conti con camere libere, negozi con merce invenduta, ma anche personale giornaliero a chiamata (come bagnini, camerieri, aiutanti in cucina, addetti alle pulizie, parcheggiatori, animatori) che è rimasto a casa in quanto le giornate di maggior richiesta, come i week-end, sono stati funestanti costantemente da pioggia, vento e basse temperature”.

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