Tasse diminuite? No, ecco l’inganno: sono triplicate quelle locali

Boom delle tasse: Renzi ha affermato che sotto il suo Governo le imposte sono significativamente diminuite, ma gli italiani pagano sempre di più. Ecco cosa c'è dietro a questo strano paradosso.

Tasse diminuite? No, ecco l’inganno: sono triplicate quelle locali

Abbiamo abbassato le tasse“: frase tipo che qualsivoglia politicante in venga di facile demagogia può riciclare, adatta praticamente a qualsiasi contesto. Elezioni, critiche agli avversari, risposte alle critiche degli avversari, e quant’altro. Affermare di avere abbassato le tasse – o di volerlo fare – è il primo evegreen della politica nel Belpaese.

Si tratta della prima frase da imparare a memoria per riuscire a fare strada nel mediaticissimo universo della politica italiana, da ripetere a piacere in ogni momento della giornata. Si sa mai che magari, a forza di sentirselo ripetere, i cittadini se ne convincano veramente.

Eppure nonostante il martellamento della propaganda in merito alle tasse, gli italiani pagano ancora cifre incredibili al fisco, al limite del ridicolo. E l’Italia è il Paese con la più alta pressione fiscale di tutta l’Unione Europea, con una vergognosa percentuale del 52,2% (la media in Europa è del 40%).

Com’è possibile dunque che i politici “abbassino le tasse“, ma in un modo o nell’altro il cittadino italiani si ritrovi a doverne pagare sempre di più? Il giochino è presto spiegato: nei grafici e nelle presentazioni vengono analizzati i dati nazionali, ma nessuno menziona le tasse locali. Un caso? No di certo.

Secondo i dati del rapporto “Finanza pubblica e tasse locali” redatto dal Centro studi Confcommercio-Cer, presentato stamattina dal presidente Carlo Sangalli, in Italia negli ultimi 20 anni le tasse locali sono più che triplicate: siamo passati da 30 a 103 miliardi dal 1995 al 2015.

Il problema reale, spiega il presidente di Confcommercio, è la spesa pubblica: “Meno spesa pubblica e meno tasse, è questa la ricetta di un Paese più dinamico e più equo, che vuole tornare a crescere“. Ma non si tratta solo di questo. Per capirlo, facciamo un breve giochino: se voi aveste bisogno di 1000 euro per arrivare a fine mese, 800 arrivassero dal vostro stipendio ed altri 200 da chi vi deve dei soldi per diritto;

Se il datore di lavoro decidesse di abbassarvi l’emolumento a 600 euro, i 200 mancanti di cui necessitate per sopravvivere dove andreste a prenderli? Già: a chi vi doveva dei soldi, improvvisamente verrà richiesto di pagare il doppio. Ed è un po’ quello che accade sulla linea StatoRegioniComuniCittadini.

In sintesi, è inutile abbassare materialmente le tasse nazionali, se poi parallelamente chi governa finisce anche per sottrarre soldi e ritirare sovvenzioni alle Regioni, le quali si vedono quindi costrette ad inasprire la pressione fiscale localmente o tagliare i servizi essenziali ai cittadini. Ecco il giochino tanto caro ai politici del “meno tasse, più tasse”. Semplice, e diabolicamente efficace.

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