Reddito pro capite: 18 anni buttati

Uno studio dell'economista docente e ricercatore Alberto Bagnai mette in luce le perdite italiane in reddito pro-capite.

Reddito pro capite: 18 anni buttati

L’economista docente e ricercatore Alberto Bagnai, autore del Blog “Goofynomics” e del libro di divulgazione economica “Il tramonto dell’Euro“, in un post dal titolo eplicativo “anni buttati” analizza i dati sull’andamento del reddito pro-capite in Italia negli ultimi anni.

Scrive Bagnai: “alla fine di quest’anno il reddito degli italiani, a prezzi costanti (cioè in termini di effettivo potere di acquisto), dovrebbe essere più o meno pari a quello del 1997. Nel 2017 il reddito pro capite degli italiani in termini reali dovrebbe tornare ad essere quello che era stato nel 1999. Diciotto anni buttati.”

Bagnai fa notare come già la crisi del 1992 aveva causato una piccola riduzione del reddito, dovuta ad un maggior carico foscale unito all’eliminazione dell’indicizzazione dei salari (la “vituperata” scala mobile, talmente vistuperata che il visrtuoso Belgio ce l’ha ancora) ma a quell’arretramento, in condizioni di sganciamento dallo Sme (banda di oscillazione limitata del cambio, la prova tecnica di cambio fisso a moneta unica), seguì una immediata ripresa dell’economia.

Una immediata ripresa dell’economia!

Quella che oggi il cambio fisso ad austerità necessaria non è più possibile.

Infine, una notazione cronologica. Nel 2002 sostanzialmente il reddito pro capite smette di crescere, in concomitanza dell’adozione dell’Euro e delle politiche beggar-thy-neighbour tedesche.

 

Fight The Pude.

 

 

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