Padoan a Bruxelles. L’Italia rischia una procedura d’infrazione

Il Ministro dell’Economia dovrà affrontare il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici. In attesa del verdetto sulla certificazione del debito italiano previsto per mercoledì.

Padoan a Bruxelles. L’Italia rischia una procedura d’infrazione

Settimana cruciale per Pier Carlo Padoan alle prese con le trattative tra Roma e Bruxelles. La Commissione europea esprimerà la sua opinione sul debito pubblico italiano non prima di mercoledì.

Una certificazione che evidenzierà non solo il forte debito pubblico italiano ma toccherà tasti dolenti, dai problemi inerenti le banche alla mancanza di competitività.

Roma non ha rispettato le linee guida sui conti, questo è quanto emergerà dalla certificazione della Commissione europea. L’Italia rischia una procedura d’infrazione dovuta al deficit sovrabbondante; ll Ministro dell’Economia dovrà sfoderare gli artigli per far comprendere come il governo Gentiloni intenda reperire quello 0,2 del Pil. Di certo non basteranno le promesse per evitare la procedura d’infrazione.

Purtroppo, le missive inviate da Roma a Bruxelles non sono state ritenute affidabili. L’Italia non ha né approvato la manovra correttiva relativa al debito pubblico né ha garantito impegni reali nel merito.

Il ministro Padoan, nell’incontro con il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, sicuramente riuscirà ad ottenere una trattativa sulla manovra che il nostro Paese dovrà intraprendere. Di certo, il punto su cui far leva sarà l’impegno nel sostenere la manovra entro marzo.

Bruxelles dovrà concedere tempo all’Italia vista l’irrequietudine politica; di sicuro l’incertezza che vive il Paese influenza la ripresa economica. A breve potremmo verificare se questo sarà il dato decisivo che la Commissione ha tenuto in considerazione.

Restano le previsioni economiche dalle quali si evince che l’Italia è il Paese che non è cresciuto in termini di economia. Forse in dieci anni mai si era visto un passo indietro così evidente. Tutti gli altri 28 paesi si sono mossi sul piano della crescita, lasciando l’Italia sola sul suo gradino.

Non ci resta che attendere. Di certo si dovranno reperire 3,4 miliardi che Bruxelles chiede a Roma per riequilibrare i conti. Forse si potrebbe ottenere uno sconto pari a 500 milioni, considerata la crescita del Pil del 2016; occorrerà pazientare ancora 2 giorni, il tempo necessario in cui la Commissione europea deciderà quali provvedimenti intenderà adottare nei confronti dell’Italia.

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