L’Italia sotto il peso della deflazione. Allarme degli agricoltori

L’economia italiana continua la strada dell’incertezza a rischio deflazione. I prezzi registrati hanno evidenziato un -0.1%, cosa che non accadeva dal 1959; in quegli anni la flessione dell’epoca fu -0,4%

L’Italia sotto il peso della deflazione. Allarme degli agricoltori

Il fantasma della deflazione riappare in Italia dopo 57 anni. L’economia italiana – ancora in bilico – percorre la strada dell’incertezza verso la deflazione.

Gli aumenti dei prezzi legati ai carburanti, autostrade, energia elettrica e gas, hanno lanciato nello scompiglio Federconsumatori e Adusbef.  Le due associazioni intervengono rimarcando la necessità di puntare su investimenti mirati per far “ripartire l’economia e rilanciare l’occupazione”. Le stesse ribadiscono quanto sia necessario che il Governo attui interventi necessari per garantire misure di controllo adeguate, capaci a evitare fenomeni speculativi a danno dei cittadini.  

Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef dichiarano quanto sia urgente intervenire con “azioni concrete che restituiscano prospettive al Paese e che aprano una nuova fase di sviluppo”. Affermano, altresì, quanto sia essenziale per i consumatori “un Piano Straordinario per il Lavoro che punti su risorse ed investimenti per l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo tecnologico; che si impegni per realizzare e modernizzare le infrastrutture, che realizzi un piano di messa in sicurezza antisismica e che disponga linee precise per la valorizzazione e qualificazione dell’offerta turistica”.

L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato che: “se il tasso di disoccupazione si attestasse ai livelli pre-crisi, la capacità di acquisto delle famiglie aumenterebbe di circa +40 miliardi di Euro l’anno, cosa che contribuirebbe significativamente al rilancio dell’economia”.

L’Istat ha registrato che il peso della deflazione risulta devastante, specie nell’agricoltura dove crollano i prezzi relativi al 2016 di circa il 6%. La Coldiretti, infatti, ribadisce che nel 2016 gli agricoltori hanno subito gravi perdite dovute alla caduta dei prezzi dei prodotti agricoli. Il crollo dei prezzi del settore non ha comportato una diminuzione dei prezzi al pubblico; infatti, causa speculazione e manipolazione nel passaggio dalla filiera del campo in tavola, i suddetti beni sono aumentati al pubblico dello 0,2%.

A minacciare il precario equilibrio della produzione nazionale, anche le importazioni legate alla concorrenza sleale che hanno attaccato la nostra economia immettendo nel nostro mercato prodotti non italiani, fatti passare sotto il marchio di Made in Italy.

La viva speranza è legata ad importanti novità che dovrebbero attuarsi nei prossimi mesi, relative all’etichettatura dei seguenti prodotti: latte, formaggi e pasta Made in Italy.

Ismea lancia i risultati statistici con l’allarme nel settore alimentare dove si è registrato un calo sugli acquisti – specie di cibo e bevande – dell’1%; segnali negativi arrivano anche per le carni (-6%), per i salumi (-5%), latte e derivati (-4%) ed olio e grassi vegetali (-2%). Al momento si è riscontrato solo un incremento nei prodotti ittici con un +3% seguito dalla frutta con il +2%.

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