Letta: avanti tutta col rigore

Secondo il premier Enrico Letta: ''Accanto alle politiche per la crescita dobbiamo continuare sulla linea del rigore. Lo dico anche se non fa guadagnare consenso, ma il buon padre di famiglia ha il dovere di dire dei no. I conti pubblici devono rimanere in ordine: il 3 per cento è la condizione per avere più flessibilità''.

Letta: avanti tutta col rigore

Enrico Letta ha indicato le strade da seguire in un suo intervento al senato. Nulla di nuovo sotto il sole austero d’Europa.

Letta parla quindi di “valorizzazione” del patrimonio immobiliare pubblico in modo da ridurre il debito e di cessione di partecipazioni pubbliche nazionali e degli Enti locali. La riduzione del debito pubblico prevede una strategia di azione “su più capitoli” che sono in fase di studio. Ad esempio il patrimonio immobiliare dello Stato dovrà essere trattato attraverso delle “scatole” che lo valorizzino.

Letta prende le distanze dalle privatizzazioni “fatte male” e prosegue asserendo la necessità di “razionalizzare” le partecipazioni italiane, attraverso un’opera di cessione di quelle nazionali e degli Enti locali. Nessun problema, anzi, se rilevanti marchi italiani si avvalgono di investimenti esteri, poiché “l’italianità va considerata nell’accezione più larga”, nell’ottica indispensabile di “attrarre lavoro”.

Vediamo un po’. Politiche di crescita?

Ridurre il debito pubblico? Ma con questo tipo di politiche il precedente governo non lo ha ridotto, ma aumentato. Ottima idea quella di proseguire su questa strada. Letta si definisce “padre di famiglia”, ma lo Stato NON è come una famiglia e non si deve comportare come tale.

Ci fa piacere sapere che stavolta le privatizzazioni saranno fatte bene e che i capitali esteri sono buoni, ma l’Italia si trova con un grosso problema di debito privato (e non pubblico) proprio perché si è lasciato girare i capitali come volevano, e a capitali che entrano di solito seguono redditi che escono.

Buona fortuna.

Continua a leggere su Fidelity News