La Corte dell’Aja pone fine alla controversia tra Cile e Perù sui limiti marittimi

La lunga controversia tra Cile e Perù riguardo ai loro confini marittimi è terminata con la sentenza dell'Aja del 27 gennaio scorso, la quale concede al Perù un triangolo esterno a partire dalle 80 miglia dalla terraferma

La Corte dell’Aja pone fine alla controversia tra Cile e Perù sui limiti marittimi

Il 27 gennaio scorso la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja si è pronunciata sull’annosa controversia tra Cile e Perù circa la definizione dei loro confini marittimi nell’Oceano Pacifico.

La sentenza inappellabile conclude un processo durato ben sei anni e attivato dalla domanda del Perù nel 2008, basata sull’inesistenza di trattati che definiscano i confini con il Cile e sul fatto che gli accordi bilaterali sulla pesca del 1952 e del 1954 non fanno riferimento esplicito a una delimitazione marittima dei due paesi.

La Corte, con questa sentenza, stabilisce che la frontiera marittima verrà definita da una linea equidistante fino alle 200 miglia, le cui coordinate dovranno essere fissate da entrambi i Paesi con lo “spirito dei buoni vicini”, e concede al Governo peruviano un triangolo esterno (fino ad allora sotto la sovranità cilena) a partire dalle 80 miglia dalla terraferma e fino a 200 miglia.

“La Corte ha stabilito che la frontiera segue la linea parallela fino a 80 miglia e a partire da essa segue una direzione sud fino a un punto B, scendendo (in linea retta e fino a 200 miglia) fino a un punto C” – ha precisato il presidente della Corte, Peter Tomka.

Quindi il Cile deve cedere al Perù circa 22.000 km2 della sua estensione marittima, perdendo così una zona sulla quale aveva avuto fino ad allora esclusività economica, però il punto “Hito 1” rimarrà il limite terrestre come dichiarato dal paese, anziché il Punto della Concordia come avrebbe voluto il Perù.

Il presidente del Perù, Humala, si è dichiarato soddisfatto per aver ottenuto il 70% di quanto chiesto con la sua domanda e per il risultato di questa operazione di pace e spera che i due governi possano applicare insieme quanto prima la sentenza.

Dal canto suo il presidente del Cile, Pinera, ha espresso dispiacere perchè la decisione della corte rappresenta una perdita rilevante per i cileni, ma che il governo cileno si impegnerà a rispettare e applicare la sentenza.

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