Istat: qualcosa sta cambiando nelle famiglie

Pur restando sotto i livelli del 2011, l'Istat rivela un tenore di vita che sta pian piano migliorando nelle famiglie italiane, a partire dalle grandi città.

Istat: qualcosa sta cambiando nelle famiglie

L’indice della spesa media mensile per famiglia, nel 2016, in riferimento al 2015, è stato del +1,0%, ossia pari a 2.524,38 euro. Lo afferma l’Istat, spiegando che pur avendo un livello “al di sotto” rispetto al 2011, si sta consolidando – anche se a un ritmo moderato – “la fase di ripresa dei consumi“. Nel 2016 le famiglie residenti nelle grandi città italiane, in aree metropolitane, hanno speso mensilmente una media di 2.899,21 euro, ossia il 10,2% in più rispetto al 2015, anno in cui la spesa era calcolata intorno ai 2.630,27 euro.

L’analisi dell’Istat sottolinea un’impennata dei consumi soprattutto per coloro che vivono nei grandi centri urbani. E’ cambiata anche la ‘dieta’ delle famiglie italiane. Secondo l’Istituto di statistica, il calcolo della spesa media mensile per famiglia, sempre nel 2016, in ordine agli alimentari si aggira intorno ai 447,96 euro, a dimostrare “una crescente attenzione a una più corretta alimentazione“.

Se la quota destinata ordinariamente alle carnipur restando la componente alimentare più importante, torna a diminuire” è scesa infatti a -4,8% in riferimento al 2015, è aumentata invece la spesa per la frutta che sale a +3,1%. Pesce e prodotti ittici salgono a +9,5%. Anche i servizi di ristorazione e ricettivi godono del +4,8%, come ai “vecchi” tempi, quelli prima della crisi.

L’Istat rivela anche un enorme divario tra i consumi delle grandi città metropolitane e tutto il resto del territorio italiano. L’Istituto di ricerca, informa che “si amplia nel 2016 il divario tra le città metropolitane e i comuni periferici delle aree metropolitane e quelli sopra i 50mila abitanti, circa 376 euro in media al mese da poco meno di 100 euro del 2015) e tra città metropolitane e altri comuni fino a 50mila abitanti (poco più di 491 euro da meno di 200 del 2015“.

Secondo l’Istat, la causa principale va ricercata nella marcata crescita della spesa media mensile per i beni e i servizi non alimentari delle famiglie che risiedono nelle città metropolitane.

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