Economia, il Paese perde l’ultima “A”, il Dbrs declassa l’Italia a BBB

L’Italia perde il giudizio favorevole di livello “A”. L’agenzia di rating Dbrs ha declassato il rating dell'Italia a BBB. A rischio i finanziamenti per le banche. Un taglio dovuto sia all’instabilità politica di sostenere le riforme, sia alla persistente crisi bancaria.

Economia, il Paese perde l’ultima “A”, il Dbrs declassa l’Italia a BBB

L’agenzia di rating canadese Dbrs ha falciato il rating italiano. Un giudizio dettato dall’instabilità politica nel sostenere e promuovere le riforme, nonché le persistenti crisi del settore bancario.

Una valutazione che sicuramente ha un carico per gli investitori. Un giudizio come si evince dalla nota, generato da “una combinazione di fattori inclusa l’incertezza rispetto alla abilità politica di sostenere gli sforzi per riforme strutturali e la continua debolezza del sistema bancario, in un periodo di fragilità della crescita”.

Le preoccupazioni dell’agenzia di rating canadese Dbrs, sono influenzate anche dal nuovo governo provvisorio, che ritengono possa “avere meno spazio per approvare ulteriori misure, limitando le prospettive al rialzo dell’economia”.

L’Italia ha perso l’unico giudizio che ancora reggeva la “A”. Tempi duri per le banche italiane che avranno difficoltà nel reperire liquidità.  Il cambiamento negativo del rating italiano era già avvenuto per le società internazionali Standard & Poor’s a BBB-, Moody’s con Baa2 e Fitch con BBB+.

L’agenzia Dbrs sostiene che “in seguito al referendum bocciato sulle modifiche costituzionali che avrebbe potuto fornire una maggiore stabilità di governo e la successiva dimissioni del primo ministro Renzi, il nuovo governo ad interim può avere meno spazio per passare ulteriori misure, limitando così il rialzo delle prospettive economiche”.

La Dbrs, preso atto di tutti gli sforzi rivolti a tutelare del settore bancario, ha analizzato che, il livello di npl (Non performing loan, incagli) è “molto elevato”. Tanto da “compromettere la capacità del settore bancario di agire come intermediario finanziario per sostenere l’economia. In questo contesto, la bassa crescita ha comportato ritardi persistenti nella riduzione dell’alto debito, lasciando il paese più esposto agli shock”.

La Banca d’Italia a tal proposito afferma che il taglio “avrebbe un effetto limitato sulla capacità delle banche italiane di avere accesso ai finanziamenti della Bce”. Infatti, le banche usufruiscono limitatamente dei titoli del debito pubblico come garanzia nelle operazioni Bce.

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