Confesercenti: per ogni apertura chiudono due negozi

Numerosi esercizi chiudono definitivamente in occasione delle ferie estive. Chiudono il 40% delle attività nate nel 2010, per la crisi e le tasse alte. A settembre ad ogni nuovo esercizio aperto, due chiudono

Confesercenti: per ogni apertura chiudono due negozi

Da un calcolo eseguito da Confesercenti il primo semestre dell’anno è stato negativo per il commercio. Da una stima è infatti emerso che il commercio ha perso circa 2,2 miliardi di euro di fatturato, ed è sempre più difficile resistere per gli esercizi commerciali: l’indagine Istat afferma che oramai un’attività del commercio su quattro vive meno di tre anni.

Inoltre, l’associazione di categoria lancia una altro dato allarmante: la chiusura di numerosi esercizi commerciali che chiudono i battenti in occasione delle vacanze estive. E d’un colpo scompaiono negozi di abbigliamento, bar, ristoranti, e tante altre attività che non resistono al peso delle tasse e al calo degli affari. Nel periodo tra luglio e agosto è stato registrato che, per ogni impresa commerciale di nuova apertura, ben due hanno chiuso. Nel mese di giugno di quest’anno più del 40% delle attività aperte nel 2010 hanno chiuso  provocando una perdita di investimenti pari a 2,7 miliardi di euro.

Confesercenti afferma: “A soffrire di più, come sottolineano i dati dell’istituto di statistica, sono come al solito i piccoli esercizi. La crisi ha decimato le imprese e affossato i consumi delle famiglie: le piccole attività commerciali scontano sempre più duramente la crisi del mercato interno italiano”. Quasi tutti i generi di attività vanno male, ristoranti, negozi di sigarette elettroniche, abbigliamento e anche le edicole.

Ancora Confesercenti continua lo sfogo e aggiunge: “Il 2014 avrebbe dovuto segnare la tanto attesa ‘ripresina’ dei consumi, ma a questo punto è sempre meno probabile registrare una variazione positiva a fine anno: il governo deve intervenire per rilanciare il mercato interno, che dà lavoro a milioni di persone, evitando di prolungare questa pericolosa oscillazione fra stagnazione e recessione”.

Anche i saldi estivi non hanno registrato punte di vendita tali da far riprendere i commercianti e Codacons informa che le vendite si sono addirittura ridotte di almeno il 5-8%. E’ stato calcolato che ogni famiglia italiana ha speso al massimo 65 euro, cifra molto inferiore rispetto a quella prevista. In effetti, se la gente ha già una situazione precaria in famiglia, come può pensare di fare shopping detraendo denaro dal già magro bilancio familiare? La situazione è tragica e forse il governo ancora non lo ha capito in pieno. Il piccolo commerciante ha bisogno di respiro e in mezzo a tante tasse è ovvio che non possa fare altro che chiudere l’attività.

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