Brexit: Milano aspira a prendere il posto della City di Londra

A seguito del referendum britannico che ha sancito la Brexit, è partita la corsa alla creazione di un nuovo distretto finanziario, capace di accogliere parte delle attività della City di Londra. Milano non vuole certo farsi scappare questa opportunità.

Brexit: Milano aspira a prendere il posto della City di Londra

L’esito del referendum sulla Brexit ha sorpreso e spiazzato il mondo intero. Alla vigilia della consultazione popolare, in pochi avrebbero scommesso sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Le urne hanno però sovvertito le previsioni, decretando un periodo di caos ed incertezze.

Tra i vari punti interrogativi emersi, gli analisti si sono focalizzati sul futuro della City di Londra, il cui ruolo potrebbe ora essere non di poco ridimensionato. Non è quindi un caso che il comitato “Select Milano” si sia da subito attivato con l’obiettivo di creare un nuovo distretto finanziario all’interno della città di Milano. Brexit è apparsa una circostanza troppo ghiotta per non essere sfruttata, un’occasione irripetibile per poter portare nel capoluogo lombardo una parte delle attività che fino ad oggi hanno avuto sede nella City di Londra.

Il maggior interesse del comitato è orientato verso le operazioni di Eurocleaning, termine con il quale si intendono i servizi a garanzia del funzionamento del mercato dei derivati in euro. Ad oggi queste attività erano gestite per la maggior parte da Lch Clearnet, società londinese del London Stock Exchange, gruppo che controlla sia la Borsa Inglese che Piazza Affari.

Stando alle dichiarazioni rilasciate dai funzionari di tale comitato, con l’eventuale trasloco nel capoluogo lombardo, gli utili delle attività rimarrebbero in capo al London Stock Exchange, ma Milano ne beneficerebbe grazie alla creazione di non meno di 10 mila nuovi posti di lavoro.

Anche la giunta di Giuseppe Sala è sintonizzata sugli stessi obiettivi. Già negli scorsi mesi si era ventilata l’ipotesi di portare a Milano alcuni degli organismi europei che dovranno abbandonare Londra a seguito del divorzio britannico dall’UE. È questo il caso dell’Agenzia per i medicinali (EMA), scelta di ripiego dopo un primo momento in cui si era puntato sull’Autorità bancaria (EBA).

Le ambizioni dell’amministrazione meneghina sono state confermate dall’assessore al bilancio Roberto Tasca, che durante l’ultimo incontro presso lo studio legale Simmons & Simmons ha avuto modo di rimarcare come la città abbia molte frecce nel suo arco. I punti a favore sarebbero il sistema di trasporti, la rete in fibra per lo scambio dei dati, la presenza di scuole internazionali e di università prestigiose, oltre ad un non indifferente patrimonio immobiliare privato, atto a poter ospitare le nuove istituzioni comunitarie.

Milano dovrà però vedersela con altre città che sulla carta dispongono del giusto background per potersi aggiudicare la sfida. E’ questo il caso di Parigi e Francoforte. Per poter attirare gli investitori stranieri nella capitale italiana della finanza, in molti auspicano la necessaria abolizione della Tobin Tax, la tassa sulla transazioni finanziare, e il superamento di alcuni dei maggiori ostacoli all’arrivo dei capitali stranieri, rappresentati dalla burocrazia e dalla lentezza del sistema giuridico italiano.

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