“Ooho”: la bottiglia del futuro è biodegradabile e commestibile

Tre designer spagnoli si sono aggiudicati la seconda edizione del prestigioso Lexus Design Award realizzando un innovativo contenitore per l’acqua completamente ecosostenibile, commestibile ed economico

“Ooho”: la bottiglia del futuro è biodegradabile e commestibile

Si chiama “Ooho” la rivoluzionaria invenzione che ha tutte le potenzialità per risolvere una cospicua parte del problema relativo allo smaltimento della plastica utilizzata per l’imbottigliamento dell’acqua. Si tratta di una membrana gelatinosa in grado di contenere l’oro blu allo stesso modo del classico PET, con la differenza che il materiale utilizzato è del tutto biodegradabile e addirittura edibile. A realizzare questo prodigio nel campo dell’innovazione ecosostenibile, ispirandosi alla consistenza del tuorlo d’uovo, sono stati Rodrigo García González, Guillaume Couche e Pierre Paslier, tre designer spagnoli che grazie alla loro invenzione si sono aggiudicati il Lexus Design Award 2014. La membrana è realizzata attraverso un processo denominato “sferificazione”, una tecnica inventata dalla Unilever negli anni ’50 e tornata alla ribalta in tempi recenti per l’ampio utilizzo che ne viene fatto nella gastronomia molecolare dello chef catalano Ferran Adrià Acosta, che consiste nel dare, per l’appunto, forma sferica a sostanze liquide solidificandone la superficie. Nel caso di Ooho, l’acqua, una volta congelata per evitare la commistione con le altre sostanze utilizzate nel processo, viene incapsulata in una membrana a doppio strato costituita da alghe brune e cloruro di calcio.

“Ooho”: la bottiglia del futuro è biodegradabile e commestibileLa parte esterna – spiega Rodrigo García Gonzalez – è formata da una doppia membrana di lipidi e proteine di cui a lungo abbiamo cercato la ricetta perfetta, che permettesse di non veicolare le sostanze della membrana all’interno. Abbiamo innovato una tecnica già esistente anche per trasmettere un messaggio che spinga le persone a sperimentare a casa propria, nella propria cucina. Gli imballaggi così smettono di essere solo un’esclusiva delle grandi aziende diventando semplici, resistenti, economici e soprattutto biodegradabili. Addirittura commestibili.”

Non rimane che chiedersi se e quando questa invenzione verrà utilizzata a livello industriale, tenuto conto non solo dell’impatto ambientale nullo del prodotto, ma anche del costo irrisorio per la produzione di un singolo pezzo, che ammonta a soli 2 centesimi di Euro.

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