Versilia, valori alti di tallio nelle acque

Il veleno a quanto pare è presente in quantità superiore alla norma. Il sindaco di Pietrasanta ha vietato ai cittadini di bere dal rubinetto. Sono in corso le analisi per capire da quanto tempo va avanti questo avvelenamento

Versilia, valori alti di tallio nelle acque

Un potente veleno, il tallio, ha inquinato i pozzi della Versilia almeno tre anni fa. Questo veleno, quasi sconosciuto ma portato alla notorietà grazie ad alcuni gialli di Agatha Christie, adesso terrorizza gli abitanti di questa parte della costa toscana, turistica e ricca di attrazioni, che vede nell’acqua il peggior nemico. La prima acqua contaminata è stata scoperta a Pietrasanta, in provincia di Lucca, e qualche giorno fa un’ordinanza dal comune ha vietato l’uso dell’acqua per qualsiasi utilizzo, sono in corso le analisi per approfondire la questione, e capire da quanto tempo va avanti quest’avvelenamento. Il tallio è un veleno inodore e insapore, ma anche letale e il fatto che sia stato presente in passato e nessuno abbia mai riscontrato la sua presenza desta qualche dubbio.

Nel frattempo nessuno deve prendere acqua dai rubinetti, ma qualcuno ha anche scoperto con gran spavento di avere un’alta concentrazione di tallio nei capelli, addirittura per 50 volte in più della norma. La zona più a rischio è quella che riguarda il centro storico di Pietrasanta, ma si allarga nelle zone vicine, come Valdicastello, e altri comuni limitrofi. Un documento spuntato il 22 settembre scorso durante un incontro tra il comune di Pietrasanta e il gestore idrico ha messo in evidenza che il tallio era già stato riscontrato in alcune analisi eseguite nel 2011, ma non erano stati fatti altri controlli per verificare che nei comuni vicini l’acqua era già contaminata.

Il proprietario di una enoteca presente sul territorio di Pietrasanta, Michele Marcucci, che vive principalmente di turismo per le bellezze che il luogo offre e per le strutture rinomate, si interroga: “Siamo sicuri che sia una contaminazione temporanea e che nessuno sapesse?“, ed a ragione, perché verrebbe da dire che la gente del luogo per tutti e tre anni si è approvvigionata di acque insalubri danneggiando la salute. La presenza di alcune miniere abbandonate di pirite, che si trovano a Valdicastello, potrebbe aver compromesso le falde acquifere e inquinato l’acqua circostante. La conseguenza negativa per la zona è stata quella che già qualcuno, essendo venuto a conoscenza del grave inquinamento, ha disdetto le prenotazioni e questo significa un grave danno per il turismo.  

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