Veneziano agonizzante lungo un fiume: nutrie ne sfigurano il volto

Un uomo di 38 anni di Mirano (Venezia) è morto la scorsa notte nel reparto Rianimazione dell'ospedale Civile di Padova. Il volto sfigurato, forse dai morsi delle nutrie, ma i motivi del decesso non sono ancora chiari.

Veneziano agonizzante lungo un fiume: nutrie ne sfigurano il volto

Un uomo di 38 anni di Mirano, comune a pochi chilometri da Venezia, è morto la scorsa notte nel reparto Rianimazione dell’ospedale civile di Padova. I motivi del decesso non sono ancora chiari.

Il corpo di Matteo Venturini, questo il nome del malcapitato, è stato notato a terra da alcuni passanti, vicino all’argine del fiume Tergola, nei pressi di Vigonza, nella notte tra il 16 e 17 febbraio. Matteo era in uno stato semi-cosciente, ma le sue condizioni erano già molto gravi per poter raccontare la sua versione dei fatti. Nonostante i soccorsi immediati – e da subito si sono notati alcuni segni di lesioni profonde al volto – venerdì, alle 2.30, è deceduto. Non si racconta ci fossero testimoni e, quindi, l’unica possibilità per fare luce sul caso sarà data dall’autopsia sul corpo di Matteo, che verrà eseguita nei prossimi giorni.

Per ora, si conoscono le profonde ferite sul volto del trentottenne: in particolare, sono lesi l’occhio sinistro e l’orecchio sinistro, che è quasi staccato, pare da un morso.

Matteo Venturini era già noto alle forze dell’ordine per un passato di furti e di tossicodipendenza: ora, il suo nome è tornato sul tavolo dei carabinieri che stanno indagando, coordinati da Roberto D’Angelo, sostituto procuratore che subito ha richiesta l’autopsia, per far chiarezza sulle cause esatte del decesso.

Per il momento, vista la numerosa presenza di nutrie a Vigonza, lungo il fiume Tergola, si ipotizza che a sfigurare il volto del trentottene possano essere stati proprio questi animali, che avrebbero morso il volto e l’orecchio del trentottenne, procurandogli profonde ferite. Resta da chiarire come mai Matteo si trovasse lungo l’argine. Tra le ipotesi, c’è quella del tentato suicidio da parte di Matteo. Rimane aperta anche la possibilità che qualcuno, magari dopo una lite o una aggressione, l’abbia gettato nel fiume. Nell’uno e nell’altro caso, indebolito e riverso, è stato attaccato dai grossi roditori.

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