La crisi di questi anni, purtroppo, spinge le persone a compiere gesti che nella vita mai avrebbero immaginato di dover fare. Anche la coppia di Venezia, protagonista di questa vicenda, non si sarebbe certo aspettata che, ad un certo punto della loro vita, sarebbero stati costretti a vendere le loro fedi nunziali.
Quel simbolo del loro amore, ora, sarebbe diventato l’unico modo per cercare di andare avanti, e avere un aiuto economico in più.
Ma quello che non si sarebbero mai aspettati è che, giunta la voce all’orecchio del parroco, quest’ultimo decidesse di avviare una colletta, in modo da garantire il ritorno dei preziosi, non solo materialmente parlando, ai legittimi proprietari. E così è stato. Grazie anche a Facebook, la colletta ha dato i suoi frutti, trovando una vasta adesione.
Per una volta, possiamo leggere una notizia che non riporta fatti di cronaca nera, o tristi racconti: finalmente, ritroviamo in queste righe una naturale solidarietà di persone che possono dimostrare di avere ancora un lato umano, e una forte sensibilità.
I protagonisti della vicenda sono Diego, un rodigino di 48 anni, purtroppo senza lavoro da quattro anni, la moglie, che lavora – non in maniera continuativa – come collaboratrice domestica e, con loro, i figli.
L’uomo ha fatto sapere, raccontando ad amici intimi, il suo gesto estremo e disperato di vendere le fedi matrimoniali, pur di poter racimolare quanto necessario, e questo suo racconto ha fatto scattare questa gara di solidarietà, alla quale hanno aderito in maniera inaspettata e commovente anche alcuni terremotati d’Abruzzo, in una sorta di rotta controcorrente della solidarietà.
Questo a dimostrare che, chi riceve aiuto e solidarietà, è propenso a donarla, anche se continua a trovarsi in una situazione poco piacevole. Tanto merito a chi ha cercato, in qualche modo, di rendersi utile e aiutare questa coppia perché, con questo gesto, ha dato nuova speranza nel prossimo a chi sta leggendo queste righe.