Un archivio con i nomi degli stalker per proteggere le donne dalle violenze

Un archivio con i nomi degli stalker è la proposta per cercare di proteggere le donne vittima di violenza, che purtroppo diventano sempre di più nonostante le norme anti-stalking degli ultimi anni

Un archivio con i nomi degli stalker per proteggere le donne dalle violenze

Negli ultimi anni la violenza contro le donne sta raggiungendo dei livelli davvero preoccupanti ed il numero delle denunce aumenta sempre di più. Il quadro che si delinea ogni giorno è sempre più terrificante: le donne, italiane e straniere, subiscono aggressioni più o meno violente dalle persone a loro più vicine come i compagni, i mariti o a volte anche dai padri e dai fratelli. Spesso e volentieri proprio dalle persone a loro più vicine quindi,

Negli ultimi quattro mesi, dopo l’entrata in vigore delle nuove norme contro il femminicidio, le denunce presentate soltanto nella zona di Milano sono state ben 577. Anche dopo l’intruduzione dell’arresto in flagranza per i reati di femminicidio, la situazione è migliorata soltanto sensibilmente. “Questo tipo di arresto è molto difficile da fare. Il reato di maltrattamento si configura per la sua continuità: stabilirne la flagranza può essere difficile, perchè bisogna dimostrare che non si tratta del primo episodio” afferma la dottoressa Alessandra Kustermann, resposabile del Soccorso violenza ssessuale della clinica Mangiagalli. Da qui nasce la proposta di creare un archivio centrale, una sorta di cervellone, nel quale immagazzinare i nomi di tutti i presunti stalker con tutte le denuncie a suo carico.In questo modo – continua la dottoressa – si potrebbe ripercorrere la storia passata del soggetto: nell’85% dei casi gli autori sono recidivi“.

In questi giorni si è tenuto a Milano un convegno nazionale per valutare l’attuale situazione alla luce delle nuove norme contro il femminicidio varate in questo ultimo periodo. Proprio in questa occasione è stata proposta la creazione di questo archivio. Inoltre, il cervellone permetterebbe uno snellimento delle indagini nonchè un’accelerazione delle pratiche. A Milano il pool anti violenze è composto, ad esempio da 12 pm che devono fare i conti con circa 4.500 inchieste l’anno per stalking, maltrattamenti e violenze sessuali. Un lavoro immenso che, per forza di cose, va a rilento e non permette sempre un arresto tempestivo del presunto aggressore, che spesso reitera il reato dopo qualche giorno. Un aiuto elettronico sulle indagini potrebbe evitare che nuove aggressioni ad opera dello stesso stalker si verifichino.

Non sappiamo se questa proposta andrà in porto o no, ma di certo qualche soluzione per ridurre il numero dei femminicidi in Italia deve essere trovata, perchè purtroppo si tratta di un fenomeno in forte crescita. Bisogna agire quanto prima.

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