Turchia: uomini in gonna contro la violenza sulle donne

Si è svolta in Turchia la manifestazione "una minigonna per Ozgecan", dedicata ad Ozgecan Aslan, studentessa stuprata ed accoltellata lo scorso 11 Febbraio. Per protestare contro la violenza sulle donne, molti uomini si sono presentati in gonna

Turchia: uomini in gonna contro la violenza sulle donne

L’iniziativa è stata chiamata “una minigonna per Ozgecan” (#ozgecanicinminietekgiy l’hashtag della manifestazione su Twitter), ed è sorta in seguito al brutale omicidio di Ozgecan Aslan, ventenne studentessa di psicologia stuprata ed accoltellata brutalmente dal suo aggressore lo scorso 11 Febbraio. La vicenda si è presto tramutata in un vero e proprio caso nazionale, vista l’efferatezza del crimine ed il crescente problema della violenza sulle donne, che nell’ultimo periodo sta raggiungendo vette drammatiche in Turchia.

Con la conquista del potere da parte di Erdogan infatti il Paese, dapprima liberale per vocazione, essendo stato per millenni crocevia tra la cultura orientale e quella occidentale, ha conosciuto una nuova ventata di nazionalismo ed oscurantismo, ai quali si aggiungono la preoccupante tendenza del Premier turco al fanatismo religioso, e la sua totale noncuranza del rispetto dei diritti civili della popolazione.

Ma nonostante l’impostazione di matrice fascista e fondamentalista che Erdogan sta cercando di far assumere all’intera Turchia, sono stati i turchi stessi a sollevarsi apertamente contro questo genere di violenze, in una maniera del tutto inusuale: organizzando una manifestazione per le strade di Istanbul, nel corso della quale molti uomini hanno indossato una gonna, in segno di solidarietà nei confronti della studentessa violentata ed assassinata; e, per estensione, di tutte le donne vittime di abusi.

Lo stupratore ed assassino di Ozgecan Aslan, un conducente di minibus, si sarebbe infatti difeso dalle accuse con l’argomentazione più stupida, vecchia ed ottusa della Storia, un vero e proprio evergreen di imbecillità spaventosamente ricorrente in questi casi: “Aveva una minigonna, era provocante”. Secondo le ricostruzioni la ragazza avrebbe provato a difendersi dagli abusi utilizzando uno spray al peperoncino, e le sue resistenze avrebbero fatto infuriare l’assassino, che l’avrebbe quindi accoltellata ripetutamente, per poi bruciarne il cadavere nel tentativo, comunque vano, di cancellare le tracce del suo orribile delitto. La vicenda è stata talmente sentita da tutta la nazione, che in questi giorni si è addirittura riaperto il dibattito sulla reintroduzione della pena di morte per casi di questo genere.

Secondo le stime rese note dall’emittente Al Jazeera, solo nel 2013 sono state vittime di abusi sessuali ben 28.000 donne in Turchia, prendendo peraltro in esame solo i casi a cui è seguita una denuncia. Numeri impressionanti e svilenti, resi ancora più drastici dalla forte mentalità maschilista che il Paese sta assumendo, grazie alla guida retrograda e di stampo fondamentalista del suo dittatoriale Presidente. Una situazione che però non tutti i cittadini sono disposti a tollerare, come testimonia la manifestazione “una minigonna per Ozgecan”, che ha avuto un seguito incredibile sia lungo le strade, che nei social networks.

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