Treviso: padre rifiuta le cure per il figlio gravemente malato. “Sono inutili. A lui ci pensa Allah”

Un padre rifiuta le cure per il figlio gravemente malato, che affida alle sole cure di Allah. Il sindaco è deciso a trovare una soluzione per aiutare il piccolo e potergli dare una speranza per il futuro

Treviso: padre rifiuta le cure per il figlio gravemente malato. “Sono inutili. A lui ci pensa Allah”

Un padre rifiuta le cure per il figlio gravemente malato in quanto le giudica inutili. “A lui ci pensa Allah” ha risposto ai medici.

Una vicenda a dir poco incredibile quella verificatasi a Tarzo, in provincia di Treviso, dove il caso di questo bambino è stato segnalato alle autorità da un assistente sociale che se ne sta occupando. Il padre del piccolo infatti, che necessita cure specifiche per una patologia molto grave legata al metabolismo, rifiuta le cure mediche, affidando il destino del figlio soltanto alla sua religione.

Una vicenda che sta interessando in prima persona il sindaco di Tarzo, Gianangelo Bof. “Quale religione dice di non curare il proprio figlio malato?” si chiede il sindaco. Il piccolo, infatti, si è aggravato ed ha bisogno di cure urgenti per poter migliorare. Il padre, però, si oppone con fermezza. “Ha detto che a curare suo figlio ci pensa Allah” ha dichiarato sempre Bof.

Una situazione ai limiti del reale, che però non costituisce una novità nel nostro paese. A che in passato, i fatti, altri ospedali hanno segnalato casi di questo tipo in cui i genitori si opponevano a delle cure mediche specifiche oppure, come nel caso di questo padre, rifiutavano l’intero trattamento.

Il sindaco Bof, però, non si arrende e si è detto intenzionato a proseguire per la sua strada alla ricerca di una soluzione per aiutare questo bambino gravemente ammalato, che senza le dovute cure rischia la vita. le condizioni di salute del piccolo, infatti, si aggravano di ora in ora e proprio per questo non c’è molto tempo da perdere se si vuole salvare la vita di questo bambino.

Una vicenda che sta facendo molto discutere e che riapre una polemica mai terminata sulle varie religioni e alcuni divieti che i praticanti impongono a se stessi ed ai propri familiari, spesso con conseguenze molto gravi, come nel caso di questo bambino.

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