Traffico migranti, arrestato Rambo. Diversi i capi d’accusa

È stato arrestato il nigeriano, soprannominato Rambo, che torturava i migranti che volevano partire per l'Italia. Oltre che di tortura, il giovane 26enne è anche accusato di violenza sessuale e omicidio.

Traffico migranti, arrestato Rambo. Diversi i capi d’accusa

Lo chiamavano Rambo: tale soprannome gli è stato attribuito per la violenza con la quale trattava i migranti stipati nei centri, dove venivano adunati prima di essere fatti salire sui barconi e partire alla volta dell’Italia o, comunque, dell’Europa in generale.

Avrebbe ucciso anche alcuni di loro, la cui unica colpa era quella di essersi ribellati alla sua volontà ed ai suoi ordini.

Adesso, però, il nigeriano di 26 anni è stato arrestato all’interno del CARA – Centro di Accoglienza per i Richiedenti Asilo di Isola di Caporizzuto – su richiesta dei magistrati della Procura di Palermo che, contro di lui, hanno raccolto le testimonianze di numerosi migranti vittime delle sue angherie.

Il nigeriano era arrivato in Italia con uno dei tanti barconi che attraversano il Canale di Sicilia.

Una volta in Italia, alcuni migranti, dopo essere stati ascoltati dagli investigatori, hanno raccontato solo di torture ed omicidi, ed hanno indicato come autore proprio quell’uomo che si faceva chiamare Rambo.

Picchiati a morte, seviziati, legati ad una sedia, e torturati con la corrente elettrica. Il tutto per convincere altri migranti a non ribellarsi alle condizioni disumane di vita all’interno dei capannoni, e per chiedere più soldi per garantirsi un “passaggio” sui barconi. Sono molti anche gli stupri di cui è accusato.

Il nigeriano colpevole, secondo gli altri migranti, di almeno due omicidi, è stato arrestato – su ordine dei magistrati dalla DDA di Palermo – dagli uomini della squadra mobile di Agrigento.

Deve rispondere dei reati di omicidio, tortura, violenza sessuale, e favoreggiamento della immigrazione clandestina.

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