Torino, messi i sigilli a 47 centri benessere cinesi

Dopo una lunga indagine, durata ben due anni, sono stati messi i sigilli a ben quarantasette centri benessere situati nel territorio del capoluogo piemontese, tutti gestiti da cinesi. L'accusa è di induzione alla prostituzione, e favoreggiamento.

Torino, messi i sigilli a 47 centri benessere cinesi

È stato un vero e proprio blitz fatto dalle forze dell’ordine di Torino, quello che ieri mattina ha portato alla chiusura di ben quarantasette centri benessere cittadini, dove – secondo l’accusa – si svolgevano attività illecite, quali l’induzione alla prostituzione.

Grazie ad una indagine durata circa due anni, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire le presunte attività “parallele” svolte in decine di centri massaggi, dislocati nella sola città di Torino, dove – oltre ai massaggi – si offrivano prestazioni “extra” illecite, sempre connesse alla prostituzione.

Secondo le informazioni date dagli organi giudiziari, tutti e 47 centri massaggi erano di proprietà di persone di nazionalità cinese, su cui ora pendono accuse pesantissime, quali quelle della induzione alla prostituzione e del favoreggiamento.

La grave situazione emersa nella città piemontese non è che una delle tante sparse in tutta Italia. Neanche qualche mese fa, infatti, nella città di Varese, un anziano signore si era recato in un centro benessere – gestito casualmente sempre da cinesi – per effettuare dei massaggi ad una spalla ma, con suo grande stupore, si vide offrire prestazioni sessuali. Servizi rifiutati dall’uomo che, per questo motivo, finì sequestrato per delle ore dal titolare del centro, e dalla sedicente “massaggiatrice”.

Il problema della prostituzione all’interno dei centri benessere è – purtroppo – una piaga che colpisce un pò tutto il nostro territorio nazionale: per contrastare questo fenomeno, sono tanti i controlli che le forze dell’ordine – Polizia, Carabinieri, Polizia Municipale e Guardia di Finanza – mettono in atto, ma considerato il massiccio numero di esercenti tale tipo di attività, sembrano non bastare.

A scendere in campo, ora, sono anche i titolari dei centri estetici e di massaggi, che operano – invece – in piena legalità e correttezza; sono in tanti, infatti, a lamentarsi del fatto che la categoria riceve non pochi danni d’immagine da questo tipo di notizie e fatti, puntando inevitabilmente il dito contro alcuni commercianti della comunità cinese che, troppo spesso, operano senza rispettare le normative sanitarie, fiscali, e legali.

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