Torino: lascia il figlio in auto per andare in discoteca

El Mostafa Ouassiri, non potendo rinunciare ad una sera in discoteca, ha abbandonato il figlio nell'auto parcheggiata in prossimità del locale. È stato arrestato per abbandono di minore.

Torino: lascia il figlio in auto per andare in discoteca

L’uomo non poteva evidentemente rinunciare ad una serata in discoteca. Un evento improcrastinabile, tanto da abbandonare il figlio in auto per tutta la notte. Il nord africano si sta separando dalla moglie, che ha lasciato l’Italia, e non aveva nessuno a cui lasciare il bambino di 12 anni.

El Mostafa Ouassiri, autotrasportatore di 35 anni, residente a Cuneo, ha lasciato da solo in macchina il bambino per recarsi all’Amancer di Satena (in provincia di Torino) a ballare. “Ho lasciato il motore acceso, e un cellulare” ha detto, completamente sbigottito, ai carabinieri di Villastellone della compagnia di Chieri – coordinati dal capitano Luigi Di Puorto –  che lo hanno rintracciato intento a divertirsi nel locale alle 3,30 di mattina.

L’auto, lasciata in un parcheggio isolato in prossimità del locale, con il motore acceso, ha insospettito i carabinieri transitati davanti alla discoteca. Avvicinatisi alla Ford Mondeo Station Wagon di colore verde, l’hanno trovata chiusa con il ragazzino addormentato sul sedile posteriore. “Papà è in discoteca” ha sussurrato, impaurito, il bambino.

Il piccolo ha raccontato ai carabinieri che il padre, intorno alle 22, gli aveva detto di stare tranquillo, e di mettersi a dormire in macchina: non sapeva neppure in quale locale si fosse recato. L’allarme è scattato immediatamente: Ouassiri è stato arrestato, e collocato ai domiciliari, mentre il figlio è stato affidato ad una zia. 

Una vicenda decisamente triste: un bimbo equiparato ad un pacco da scaricare in auto, un peso che ostacola l’evasione, il divertimento di una discoteca. Vi è una foto, annebbiata per i finestrini appannati, che immortala il bimbo che piange in pigiama, impaurito dall’avvento dei carabinieri: racchiude la sostanza di questa vicenda.

La miseria umana di un uomo, che non comprende minimamente cosa significhi essere padre. Lo immagino mentre dimena i fianchi, nei flash intermittenti della discoteca, avvolto dalla tranquillità dell’aver lasciato acceso il riscaldamento: le sue responsabilità di padre ottemperate. Calore, e un cellulare, possono bastare.

Continua a leggere su Fidelity News